Le strade vanno curate, ma senza soldi come si fa? È l’eterno dilemma del Bellunese dove la viabilità, che sarebbe una ricchezza per una provincia di montagna fatta di vallate sparse e distanti, è a tutti gli effetti un problema. Soprattutto per Palazzo Piloni, che da anni deve gestire chilometri e chilometri di asfalto, compresi i tratti già trasferiti ad Anas, senza il becco di un quattrino da parte dello Stato.

La questione è tornata alla ribalta ieri (31 maggio) nel corso del consiglio provinciale. All’ordine del giorno c’era il bilancio 2021 e una voce in particolare risulta pesante. Anzi, pesantissima. Perché Belluno paga quasi 11 milioni di euro a Veneto Strade per la gestione della viabilità. E ovviamente quelle risorse vengono detratte da altri capitoli. Nota a margine, ma neanche troppo: fino al 2012 la Provincia riceveva dallo Stato 15 milioni all’anno per la gestione delle strade. Dal 2014 zero euro, mentre i chilometri sono rimasti gli stessi.

«Sono preoccupato che la delega a me assegnata, quella delle infrastrutture e viabilità, comporta una tale staticità del bilancio» ha detto senza mezzi termini il consigliere Fabio Luchetta. «Da quasi dieci anni noi ci troviamo in carico le strade ex Anas, senza avere i soldi per gestirle. Questo ingessa il bilancio e ci impedisce di fare investimenti sul territorio. Non possiamo permetterci di continuare a mettere a bilancio queste cifre per le strade».

Luchetta ha sottolineato anche come la riclassificazione delle strade e il passaggio di diversi tratti di provinciali ad Anas (e quindi allo Stato) non si sia tradotto al momento in minori costi. Perché la Provincia continua a dover pagare. 

«Ci auguriamo che una volta completato il trasferimento ad Anas, ci vengano rifondate le spese sostenute per le strade passate di competenza» ha concludo il presidente Padrin. Resta però un problema di fondo: come può la viabilità essere una funzione fondamentale della Provincia se lo Stato non assicura le risorse necessarie?