Il Fondo Welfare sarà finanziato dalle buste paga dei lavoratori. Nell’ottica della solidarietà. Chi ha uno stipendio fisso, non intaccato dal Covid, potrà dare una mano a chi invece si trova senza lavoro e fatica ad arrivare a fine mese. Così hanno deciso i soggetti che compongono il fondo, nato come strumento anti-spopolamento e oggi più che mai attento alle nuove povertà, comprese quelle provocate dalla pandemia.
La prima riunione del 2021 ha varato l’accordo tra sindacati e categorie datoriali. Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno trovato il modo per finanziare il fondo in maniera strutturale, attraverso le donazioni dei lavoratori. Nelle prossime settimane, i sindacati e le imprese provvederanno a una informazione puntuale e dettagliata.
«Di fatto, i lavoratori potranno scegliere di versare direttamente dalle loro buste paga una piccola cifra mensile al Fondo – spiega la presidente del Fondo Welfare, Francesca De Biasi -. Si tratta di una scelta su base volontaria, che al momento sarà proposta principalmente alle imprese e ai lavoratori dei settori che non hanno risentito in maniera pensate delle conseguenze da Covid. L’ottica è sempre quella della solidarietà, per cui chi ha uno stipendio sicuro e non intaccato dalla crisi economica aiuta i lavoratori e le famiglie che invece stanno soffrendo».
I componenti del Fondo Welfare hanno avuto anche l’occasione di rendicontare l’iniziativa #AiutiamociBelluno, avviata con la collaborazione del Comitato d’Intesa per raccogliere fondi a favore delle famiglie colpite dal Covid e dal lockdown. «Nel conto corrente abbiamo a oggi 45mila euro, frutto delle donazioni dei bellunesi e dell’aiuto della diocesi Belluno-Feltre che ringraziamo sentitamente per lo spirito con cui hanno collaborato – conclude De Biasi -. Stiamo mettendo a punto un bando e un avviso, che usciranno entro la fine di febbraio. Serviranno per la destinazione di queste risorse alle persone in difficoltà, attraverso i due ambiti di Belluno e Feltre e i Comuni della provincia».