“L’atriol de San Silvèster” rivive: stasera l’appuntamento con la restauratrice

“L’atriol de San Silvèster” rivive: stasera l’appuntamento con la restauratrice

La storica Casa delle Regole di Canale d’Agordo sarà il teatro per un incontro di alto livello artistico: oggi (domenica 31 luglio), alle 17.30, ospiterà la presentazione del restauro delle tavole dipinte dell’“Atriol de San Silvèster” con la restauratrice Edda Zonta.

Gli “atriòi”, detti anche capitelli, sono dei piccoli edifici in pietra, in forma di sacello o ancone, che hanno lo scopo di richiamare le persone ai valori della fede durante il lavoro quotidiano: chi si fermava di fronte, infatti, era portato a rivolgere un pensiero a Dio e a recitare una preghiera. Oltre a finalità religiose però, questi edifici avevano lo scopo di fornire riparo e protezione dalle intemperie alle donne che lavoravano nella campagna (in questo specifico caso sono abbastanza ampi da poter ospitare 8-10 persone). In altri casi queste costruzioni sono delle semplici ancone, realizzate con l’intento di ricordare qualche fatto miracoloso accaduto mediante l’intervento di un santo.

Questi edifici erano costruiti da laici, ma spesso venivano edificati da fedeli o abitanti di un determinato “Comel” o “Regola”, come atto votivo. Una peculiarità degli “atriòi” è quella di essere sempre collocati all’inizio di un “tròi”, cioè di un vecchio sentiero, che partiva dal centro abitato per raggiungere le varie località dei boschi e delle montagne, dove veniva falciato il foraggio o tagliata la legna. Lo sfondo culturale in cui questi piccoli edifici sono sorti è caratterizzato da un contesto sociale povero, ma colmo di religiosità: ciò testimonia il profondo legame tra fede e arte popolare, caratteristico delle valli alpine.

“L’atriòl de San Silvèster”, sul crinale della montagna che separa Canale da Caviola, si presenta come una piccola ancona, dedicata appunto a San Silvèster, che fu ricostruita nel 1912 pochi metri più a valle rispetto al vecchio sito. Il lavoro fu eseguito “a piòdek” (un’antica forma di volontariato montano) dal nonno di Papa Luciani, Giovanni Maria, con l’aiuto di alcuni compaesani. La costruzione di questo “atriòl” è legata alla leggenda di San Silvèster: si narra infatti che una donna stava scendendo lungo la mulattiera del Pian de Còsta col suo carro carico di fieno, trascinato da due mucche, quando in un attimo di distrazione imboccò il “menadòr”, ovvero il canalone anziché il sentiero normale. Presa dalla disperazione iniziò a pregare San Silvèster; in aiuto intervennero tre santi, che riuscirono a farle raggiungere incolume il fondovalle.

In passato il capitello custodiva un antico paliotto di legno con dipinto San Silvestro e le antiche tavole che, dopo essersi sbiadite ed essere state rovinate, sono state ridipinte grazie alla collaborazione della restauratrice Edda Zonta.

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto