Milioni di euro che aumentavano ad ogni piè sospinto: prima 20, poi 40, poi facciamo cifra tonda, 100. Erano davvero numeri da capogiro quelli presentati da Nevegal 365, la società che il 3 agosto 2023 firmò, a favore di taccuini, obiettivi e telecamere, una lettera di intenti con il Comune di Belluno. Quattro investitori algerini (tra cui un ex funzionario vicino al ministero delle finanze, un capo dipartimento dell’esercito e uno stimato imam) e un bellunese, pronti a rilanciare in grande stile il colle: in testa un campo da golf, impianti di risalita nuovi di zecca, alberghi. Ma anche un’area camper e una struttura per la terza età, villette… Progetti eclatanti presentati poi il 30 agosto in consiglio comunale. E il Nevegal pronto a diventare una nuova Cortina.
Un sogno, che però resterà tale: piano piano la nebbia avvolse gli algerini e i loro progetti, fino a quando non se ne sentì più parlare. Fino a qualche giorno fa, quando Ivano Viel – il socio bellunese della fantasmagorica cordata – ha svelato a puntate sul suo profilo Facebook la realtà delle cose: si trattò, ahinoi, di una truffa. Una brutta storia che puzzava di riciclaggio di denaro illecito, una bomba finanziaria disinnescata in extremis da Viel stesso e dall’assessore Roccon, da mesi sulla graticola anche per le vicende legate al Nevegal.
Le opposizioni all’attacco
Il racconto, dai tratti epici, non poteva certo passare sotto silenzio. E infatti nel giro di qualche ora sono fioccate le interrogazioni e le domande da parte dei gruppi di opposizione. «Uno spettacolo allora grottesco, ora diventato indegno della storia e dei valori del Comune di Belluno» attaccano, ad esempio, i consiglieri di “Insieme per Belluno – Bene Comune”.
«Ancora una volta questi sindaco e amministrazione mancano di totale e tempestiva trasparenza delle loro decisioni politiche – rincara la dose Giuseppe Vignato di “Valore Comune” – innanzi tutto verso i cittadini e meno ancora con i consiglieri comunali, anzi annunciano in anticipo ai media le loro intenzioni positive mentre per quelle negative sembrano voler nascondere le evidenze». Che sono, ricorda Vignato, «possibili conseguenze penali e i danni al Comune per un accordo stipulato con personaggi poco seri (due soci algerini sono spariti e sembra siano ricercati)».
Parla infine di «Vicenda sconcertante» Davide Noro, segretario cittadino del Pd, che ricorda come fin dall’inizio il rappresentante della cordata, Kamel Layachi, fu «Incapace di rispondere a domande molto semplici: da dove venivano tutti quei soldi? Le risposte sono arrivate due anni dopo, nel peggior modo possibile». E con un danno di immagine «Incalcolabile a pochi mesi dall’appuntamento olimpico», dovuto all’accostamento tra «Il Comune capoluogo e la parola “riciclaggio”». «Ci auguriamo – conclude Noro – che venga fatta chiarezza al più presto, soprattutto dal sindaco e dall’assessore Roccon, che sono i primi responsabili di questo disastro. Purtroppo, da cittadini, non possiamo che constatare con stupore e amarezza che questa amministrazione nulla ha fatto per controllare la serietà di questi personaggi ma anzi, ancor prima delle opportune verifiche, ha steso loro un tappeto rosso verso le istituzioni, compromettendone la credibilità».
(In foto la firma della lettera di intenti, il 3 agosto del 2023 a Palazzo Rosso)