La rotatoria della discordia: l’ex sindaco di Lentiai la boccia

La rotatoria della discordia: l’ex sindaco di Lentiai la boccia

Armando Vello attacca l’amministrazione comunale di Borgo Valbelluna sul progetto della nuova rotatoria di Lentiai, definito come un opera faraonica e di alto impatto ambientale. Era stato proprio l’attuale consigliere di minoranza a lanciare la proposta di una modifica della viabilità davanti alla zona industriale: «L’amministrazione lentiaiese da me guidata – argomenta Vello – aveva condiviso il progetto della nuova rotatoria sulla “strada provinciale 1 Bis Madonna del Piave”, per un importo di 300mila uro. La ditta Guarnier si era dichiarata disposta a realizzare un’opera finalizzata a risolvere il problema dell’incrocio. Ma il progetto non prevedeva un ingiustificato consumo di suolo o un maggior impatto da rumore sulle abitazioni della zona». 

L’ex sindaco non ci sta: «L’amministrazione Cesa intende realizzare una gigantesca rotonda, con annessa bretella di collegamento con la Sp 1, sottopassi, sbancamenti e allargamenti delle intersezioni stradali. La spesa stimata? Due milioni di euro, in un’area soggetta a frequenti allagamenti. Oltre a questo sconsiderato importo dovranno aggiungersi i rilevanti costi degli espropri e quelli di perdita di valore dei fabbricati adiacenti alle nuove opere».  

Vello non nasconde la propria frustrazione per «la mancanza di comunicazione da parte di Cesa. Senza informare il consiglio comunale, le minoranze e, soprattutto, i cittadini interessati, l’amministrazione nell’ambito della della Conferenza dei Servizi ha espresso parere contrario alla alle due piccole rotatorie, che avrebbero risolto il problema degli incroci a raso presenti tra la Sp1 e la Sp1-bis. In tal modo, con una scelta sciagurata, ha respinto la soluzione contenuta nella scheda di Via del 2017». 

Il consigliere di minoranza ha quindi presentato un’interrogazione scritta in cui chiede tra le altre cose, delucidazioni in merito allo scarso coinvolgimento della popolazione su scelte così importanti e «i motivi che hanno portato a scartare un progetto da 300mila euro a favore di uno da 2 milioni di euro. L’amministrazione ha tenuto conto dell’enorme consumo del suolo e dell’impatto ambientale assolutamente insostenibile per le abitazioni della zona?». 

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