Il turismo in montagna resiste. Non lo dicono solo le code, puntuali anche ieri, in Alemagna. Lo testimoniano i numeri. E il Bellunese può tirare un sospiro di sollievo, soprattutto in vista di agosto e settembre (se il meteo sarà clemente). Le proiezioni Enit (agenzia nazionale per il turismo) tracciano il quadro per il 2020 e vedono la montagna meno colpita dal trend negativo del turismo (-39% sul 2019), rispetto alle destinazioni costiere (-51%) e alle città d’arte (-49%), maggiormente dipendenti dai turisti provenienti da oltreoceano.
Il turismo montano, insomma, può essere a prova di Covid. E secondo le stime intercetterà il 60% dei visitatori dal mercato interno, confermandosi la destinazione adatta in questo periodo post pandemico. In confronto, le destinazioni costiere e le città d’arte risentono in maniera più pronunciata della chiusura dei voli e della quarantena prevista per gli arrivi extra-Shengen.
Resta da capire quanto la montagna bellunese riuscirà a essere in linea con le previsioni di Enit. Che riguardano tutta la montagna, arco alpino e Appennini, senza distinzioni. I flussi degli ultimi weekend tra Cortina, Cadore, Comelico, Agordino e Valbelluna (lago di Santa Croce in testa) lasciano ben sperare. Ma saranno pernotti e prenotazioni, ristoranti e bar, a tastare il polso al settore, nelle prossime settimane.