Un pomeriggio di memoria, emozione e impegno civile ha coinvolto i ragazzi della scuola secondaria di Tambre, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione. Martedì 23 aprile, al Centro Culturale, gli studenti hanno incontrato due testimoni d’eccezione: Anna Granzotto, ex staffetta partigiana, e Giulietta Bareato Perini, presidente onoraria dell’A.N.E.I. (Associazione Nazionale Ex-Internati), accompagnate da Carla Gribaudi, figlia di un Internato Militare Italiano.
Due voci diverse, ma unite da valori comuni: il coraggio, il senso del sacrificio, la sete di libertà e giustizia. Anna, figlia di contadini, aveva solo diciassette anni quando decise di “fare qualcosa per la mia gente”, mentre Giulietta, diciottenne, vide la fabbrica di famiglia occupata dai tedeschi durante la guerra. Entrambe hanno portato ai ragazzi un messaggio chiaro: “Studiate, studiate — ha esortato Anna — io non ho potuto farlo. Volevo diventare maestra, ma la guerra e i ricatti alla mia famiglia me lo impedirono”. Un invito a non dare mai per scontata la possibilità di crescere e scegliere, in un mondo libero.
L’incontro, introdotto dal sindaco Sara Bona e dal dirigente scolastico Francesca Montalto, si è trasformato in una vera e propria lezione di storia viva: non una lezione sui libri, ma sulle emozioni, sulla forza delle scelte individuali.
A seguire, l’inaugurazione dell’“Albero della Memoria”, un progetto di educazione civica nato dall’idea della professoressa Da Re e realizzato con gli studenti. Un ciliegio, piantato nei pressi della fontana di Tambre, impreziosito da 34 farfalle in ceramica create dai ragazzi guidati dal maestro Isidoro dell’associazione Piccoli Ceramisti di Scomigo: trenta gialle, in ricordo dei deportati che non tornarono, e quattro bianche, per chi ebbe la fortuna di rivedere casa.
Un simbolo di vita, collettività e libertà, ispirato dalla poesia La farfalla di Tonino Guerra, e già celebrato durante la commemorazione dell’11 gennaio. A quelle trentatré vite si è aggiunto il nome di Costa Enzo Primo Giovanni, giovane di Broz catturato a scuola a Belluno e deportato a Bolzano: la figlia, presente alla cerimonia, ha potuto finalmente leggere il nome del padre accanto a quello dei suoi compaesani.
L’iniziativa ha visto la collaborazione di numerose realtà del territorio: l’associazione Voice Care Music & Art, i Piccoli Ceramisti di Scomigo, Fullin Marmi, l’ANEI e collezionisti privati, tutti uniti nel sostenere non solo un progetto di memoria, ma anche la piccola scuola di montagna di Tambre, che da anni contribuisce attivamente alla vita culturale della comunità.
Un seme di ricordo è stato piantato. Perché il futuro — i ragazzi lo hanno capito — cresce più forte se affonda le radici nella memoria.

