Si stacca il seracco dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, sotto Punta Rocca. Ed è una tragedia.
Una valanga di neve, ghiaccio e roccia, nel suo passaggio, ha coinvolto anche il percorso della via normale, mentre si trovavano diverse cordate, alcune travolte.
Al momento sono stati recuperati 8 feriti – 2 trasportati all’ospedale di Belluno, uno più grave a Treviso, 5 a Trento – e purtroppo 6 persone sono morte. Non si sa ancora il numero definitivo di alpinisti coinvolti. Per il rischio di nuovi distacchi, l’elicottero di Trento sta provvedendo alla bonifica dell’area con la Daisy Bell e scongiurare così il più possibile il pericolo per gli operatori. Sul posto gli elicotteri del Suem di Pieve di Cadore, di Dolomiti Emergency di Cortina, di Trento, della Protezione civile della Regione Veneto, dell’Air service center e le stazioni del Soccorso alpino bellunese e trentino.
L’allarme in Marmolada è scattato poco prima delle 14: è stata una guida alpina a dare la notizia della valanga, staccatasi a quota 3.000 metri.
Il crollo del ghiacciaio ha una sola causa: il caldo. Rappresenta le stigmate del cambiamento climatico. E la Marmolada è malata di lungo corso, dato che le nevi perenni si stanno assottigliando sempre più ormai da oltre un decennio.
«Confidiamo nel miracolo e soprattutto nelle capacità e nelle competenze di tutti coloro che stanno operando in Marmolada affinché il bilancio finale sia il meno negativo possibile – le parole del presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin -. Il cambiamento climatico, con temperature che negli ultimi giorni hanno raggiunto i 10 gradi a 3mila metri, è un nemico oscuro contro cui combattere. In montagna stiamo purtroppo vedendo gli effetti più disastrosi. Ringraziamo tutti coloro che stanno operando per la ricerca persone in valanga e per la bonifica dell’area. Questo è un momento tragico e il bilancio dei morti e dei feriti non può che imporci attenzione massima e cordoglio. Solo la tempestività dell’intervento dei soccorritori può scongiurare ulteriori vittime».
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foto d’archivio