Il contrappasso: i risarcimenti dai no vax vaccinano i bimbi ugandesi

Il contrappasso: i risarcimenti dai no vax vaccinano i bimbi ugandesi

Nel 2021, in piena epoca Covid, il pediatra dell’Ulss 1 Dolomiti, Giangiacomo Nicolini, fu vittima di insulti e minacce da parte di alcuni esponenti del mondo no-vax dopo la pubblicazioen di un video aziendale che invitava a vaccinare i più piccoli contro il coronavirus. Da lì prese piede un’azione giudiziaria che portò alla denuncia di 10 persone. Sette di loro rinunciarono ad andare a processo, scegliendo la strada del risarcimento economico. Un totale di circa 8.000 euro che Nicolini ha deciso di investire in una buona causa.

“Le opzioni – spiega il pediatra, che è anche consigliere comunale – potevano essere quelle di tenere per me una cifra della quale però non avevo nessuna intenzione di appropriarmi, oppure di donarla a chi potesse fare del bene. Non mi piaceva però l’idea di destinare quei soldi a qualche multinazionale della ricerca, senza sapere effettivamente come sarebbero stati usati quei soldi. Così, approfittando di un’associazione come “Insieme si può”, da sempre impegnata ad aiutare chi sta peggio, abbiamo deciso insieme di mettere in piedi un progetto per portare le vaccinazioni pediatriche in paesi dove queste non sono garantite”.

Insieme si può ha accolto l’invito a braccia aperte e ha messo al servizio la sua esperienza nei paesi più poveri. I soldi derivanti dai risarcimenti permetteranno di vaccinare contro rosolia, morbillo e anche malaria circa 2800 bambini ugandesi. La prima parte del progetto è partita proprio in questi giorni: “Nonostante il governo ugandese garantisca la fornitura di vaccini – spiega Daniele Giaffredo, direttore di “Insieme si può” – manca il cosiddetto “ultimo chilometro”, ovvero la possibilità di raggiungere i villaggi più dispersi. Grazie a questo progetto potremo mettere a disposizione un automezzo e un team sanitario, coordinato dalla nostra struttura in Uganda, con il quale vaccinare le popolazioni contro malattie che nell’Africa sub-sahariana causano ancora decine di migliaia di vittime”

In una fase successiva ci si concentrerà invece sulla vaccinazione contro il papilloma virus: “Anche questa – spiega Giaffredo – è una richiesta che ci arriva direttamente dalle famiglie. Con questo progetto rispondiamo quindi ad un bisogno che ci arriva dal basso, una disperata richiesta di aiuto che arriva dalle comunità povere”

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