«La gratitudine è l’antidoto contro la paura del virus». Parola di psicologa

«La gratitudine è l’antidoto contro la paura del virus». Parola di psicologa

Il coronavirus, il lockdown, l’emergenza sanitaria e tutto quello che ci gira intorno non stanno causando solo chiusure delle attività commerciali e danni economici. L’effetto è forte anche sull’umore e soprattutto sulla psiche delle persone. Ma niente paura: è normale avere paura. Di ammalarsi. Di sentirsi in pericolo. Di non riuscire a tornare alla vita di prima del Covid. Ecco qualche consiglio utile da Francesca De Biasi, psicologa dell’Ulss 1 Dolomiti.

Primo caposaldo: è normale avere timore di ciò che può essere pericoloso per la nostra salute. Ma le caratteristiche di questa pandemia amplificano le paure e l’ansia interna, rischiando di togliere controllo ed equilibrio in un momento in cui invece servono equilibrio e ragionevolezza. Il Covid-19 infatti è un pericolo invisibile e può colpire tutti; il rischio è di non toglierci mai dall’allerta e di farci sentire insicuri ovunque. Quando poi la paura è collettiva, ossia è di tutti, aumenta a “risonanza” attraverso gli amici, i famigliari e soprattutto i mezzi di comunicazione, rischiando di superare la normale e l’utile ansia “protettiva” (quella cioè che ci permette di attuare comportamenti razionali e corretti) e di renderci meno razionali e lucidi. Anziani e bambini, come gli immunodepressi e gli asmatici, avranno poi a loro volta altri motivi per sentirsi vulnerabili e in pericolo.

Ma cosa succede alla nostra psiche quando un pericolo di questo tipo ci colpisce? E che armi abbiamo per mantenere il contatto con la realtà e rafforzare la resilienza?

Anzitutto la parola d’ordine è ascoltarsi, riconoscere e conoscere. Fingere di non essere preoccupati non ci aiuterà a rimanere calmi; nello stesso tempo, limitarsi a prendere atto della nostra ansia senza darle una cornice non ci porterà a un maggior controllo. La prima cosa da ricordare è che reazioni di ansia, come le reazioni di impotenza (nelle fasi iniziali anche la negazione dell’importanza del problema o le difficoltà di concentrazione) sono normali di fronte a un evento anormale. È la reazione della mente che non sa ordinare qualcosa di inaspettato, che ora lo nega perché è troppo grande, ora gira a vuoto per trovare soluzioni e significati, ora va in confusione perché non trova soluzioni accettabili a ristabilire il controllo. Riconoscere, dare un senso e accettare che possiamo in alcuni momenti funzionare così, è il primo passo per poi agire, contenere e gestire al meglio ciò che stiamo vivendo.

Altra cosa da fare nel momento della paura è provare a darsi un equilibrio globale fisico e psichico: non cerchiamo soluzioni mentali semplici, veloci ed efficaci quando sentiamo un’ansia forte, ma agiamo sui sensi  e giochiamo d’anticipo curando la nostra quotidianità dal punto di vista comportamentale e corporeo. È per questo che si suggerisce sempre di  programmare la giornata così da inserire routine piacevoli: alternare dovere e piacere, attività conosciute ad altre nuove da sperimentare (anche un libro nuovo, o un video che illustra usi e costumi di un luogo che non si conosce); e poi curare il sonno, l’alimentazione e l’attività fisica. Per renderci più resistenti allo stress (dormire o mangiare male, annoiarsi o al contrario buttarci tutto il giorno a capofitto sul lavoro ci indebolisce fisicamente e psicologicamente) dobbiamo focalizzarci su ciò che possiamo fare, anziché su ciò che non possiamo; e su ciò che è nella nostra sfera di controllo. 

In tutto questo, è di grande aiuto evitare di sovraesporsi a notizie continue e allarmanti. Bastano un paio di momenti al giorno, da fonti ufficiali, evitando i mille talk show sul tema che spesso riportano sempre le stesse esperienze e le stesse informazioni.

Infine, un ultimo consiglio. Fa sentire molto più forti ringraziare che lamentarsi. Pensiamo ogni tanto durante al giorno a  hi continua a lavorare incessantemente per aiutare gli altri: ai luoghi di cura, di vigilanza, di assistenza. Alcune professioni non possono fermarsi e quando tutta la comunità è colpita, la via per sentirsi meno impotenti è quella di sentisti comunità anche nell’azione. Alcuni in una corsia, altri al supermercato, altri ancora rimanendo a casa. La gratitudine è un potentissimo antidoto alla paura.

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