La disabilità vista dai giovani studenti: «Ci sentiamo tutti uguali»

La disabilità vista dai giovani studenti: «Ci sentiamo tutti uguali»

Anche gli studenti della scuola secondaria di primo grado di Puos d’Alpago sono stati coinvolti nel progetto “Integralmente sport e cultura”, promosso annualmente dall’Assi Onlus. Scopo del progetto? Avvicinare i giovani al tema della disabilità attraverso lo sport, visto come strumento di integrazione e possibilità di coinvolgimento. 

Negli ultimi incontri sono stati protagonisti Ivano Da Canal e Mirko Bortoluzzi.

Ivano, 50 anni, è tetraplegico in quanto vittima di un incidente sul lavoro. Oggi, anche in sedia a rotelle, non smette di praticare sport: risultati importanti, a livello nazionale, nell’handbike e soprattutto successi nel nuoto. Mirko, 47 anni, è invece affetto da tetraparesi spastico distonica da cerebropatia connatale, malattia che ha compromesso le funzioni motorie. È autore del libro “Le avventure di una persona disabilmente normale” (De Bastiani Editore). Già imprenditore agricolo e amministratore locale, nel libro Mirko ha ripercorso tutta la sua vita, dall’infanzia a oggi, raccontando cosa significhi per lui convivere con la disabilità. 

In seguito agli appuntamenti delle scuole, gli alunni hanno recapitato ad Assi una significativa lettera che fa capire quanto il progetto abbia raggiunto appieno l’intento di sensibilizzare al tema della disabilità in modo costruttivo.

«Carissimi Ivano e Mirko, siete riusciti a rendere l’atmosfera distesa e serena, coinvolgendoci nelle vostre incredibili storie», scrivono gli studenti. «È come se aveste la capacità di rendere felice qualsiasi persona che incontrate, infatti ci avete ispirato ad aprire gli occhi su un mondo in cui davvero possiamo sentirci tutti uguali. Abbiamo capito che un handicap è molto difficile da accettare, ma anche da comprendere, inoltre ci avete sensibilizzati su come purtroppo degli incidenti possano accadere da un momento all’altro a tutti noi.

Ci avete permesso di cogliere in maniera ancora più profonda non solo cosa si provi a riscontrare una disabilità e a conviverci, ma soprattutto che si può continuare a vivere in maniera allegra. Inoltre ci avete fatto capire come lo sport possa aiutare a far sentire meglio le persone e che bisogna sempre guardare avanti e adattarsi ai cambiamenti della vita. La vostra storia ci ha portati a riflettere e ci ha fatto crescere».

Anche il corpo docente si unisce ai ringraziamenti dei ragazzi elogiando il progetto, i testimonial e Paolo Capraro dello sportello “Scuole e promozione del volontariato” del Csv Belluno Treviso, presente agli incontri, offrendo a sua volta agli studenti una fotografia sul mondo di un volontariato attento ai temi della disabilità in provincia di Belluno.

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