“Jezabel” al Teatro Comunale: «Eroina tragica, antica e contemporanea»

“Jezabel” al Teatro Comunale: «Eroina tragica, antica e contemporanea»

 

Il palco del Teatro Comunale abbraccia“Jezabel”: al centro della scena, l’incantevole Elena Ghiaurov per la regia di Paolo Valerio. Lo spettacolo, in programma domani sera (1 febbraio, ore 20.45). è tratto dall’omonimo romanzo di Irène Némirovsky pubblicato nel 1936: sei anni prima della morte dell’autrice ad Auschwitz, dove era stata deportata.

La vicenda di Jezabel inizia nell’aula di tribunale in cui la protagonista è sul banco degli imputati accusata dell’omicidio del suo giovane amante ventenne. Viene così ripercorsa la storia tormentata e romantica di una sessantenne ancora molto bella, che ha vissuto più matrimoni e superato il lutto della morte della figlia, ma non ce la fa ad accettare il dramma per lei più grande: quello d’invecchiare. Il terrore dell’età che avanza e la giovinezza che scema insieme alla possibilità di essere sempre al centro dell’attenzione stanno alla base di Jezabel: quasi un parallelo con la nostra società attuale che dà grande importanza all’immagine. Come nel romanzo, una delle componenti dello spettacolo è il ballo.

«Jezabel – dice Paolo Valerio – è un romanzo crudele, umano e sublime. Il sentimento di smarrimento che ci attraversa, leggendo Irène Némirovsky, è l’immagine da cui sono partito per il progetto di regia. Una miriade di personaggi che entrano ed escono dalla vita di Jezabel – le donne amiche ma rivali, gli uomini, mariti e amanti, la figlia risoluta, il ricordo di una madre assente ed egoista – con Elena Ghiaurov che incarna un’eroina tragica, antica e contemporanea. L’istante, come il piacere, non si può fermare. E come il teatro è evanescente, impalpabile, così Jezabel scivola nella sua vita, da un amore all’altro, nel disperato tentativo di fermare il destino. In realtà, la passione e il sangue guidano la nostra protagonista nell’abisso dei suoi desideri. Lo scontro è con tutti, contro tutti e contro se stessa. E quel che rimane – conclude il regista – è una disperata solitudine, simile alla pace del cuore di una musica che si dissolve in lontananza».

La serata rientra all’interno della 42ma stagione di prosa del Circolo Cultura e Stampa Bellunese. Per informazioni, info@ccsb.it, 0437/948911 e www.circoloculturaestampabellunese.it. 

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