Istantanee d’autunno: il pastore errante e l’onda che si sposta nel suo belare

Istantanee d’autunno: il pastore errante e l’onda che si sposta nel suo belare

Ogni anno li aspetto: puntualmente arrivano.

I pastori nomadi, ormai pochi, che passano nelle nostre campagne, nei nostri borghi.

Stesso periodo: novembre. Il tempo si cristallizza e ci porta a usi e costumi di tempi lontani.

Torna ogni anno questo mare: quest’onda animata che si sposta nel suo belare, mentre ti incanti a guardarla.

Il rumore dei cani: preziosi, attenti, intelligenti. Sanno cosa fare.

E l’uomo: il pastore che fischia in lontananza, appoggiato al suo bastone.

Forse più moderno con la sigaretta fra le dita.

Certo, oggi ci sono le jeep, i furgoni dove mettere i piccoli nati al caldo.

Forse non ci sarà la fiamma del fuoco a scaldarli, nemmeno notti all’addiaccio.

Ma è rimasta la dignità di un lavoro duro, errante.

È bello vedere quest’onda infrangersi negli occhi di bambini e adulti che accorrono, capaci ancora di stupirsi di questo spettacolo gratuito. 

Uno spettacolo che natura e uomo ci offrono in un periodo in cui forse non ci si ferma a guardare senza dire niente.

Qualsiasi parola rovinerebbe questo equilibrio Speriamo di non perderlo mai.

Grazie pastore errante, grazie a quest’onda.

Alla prossima!

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