Infortuni mortali sul lavoro, la Cgil chiede un tavolo permanente sulla sicurezza

Infortuni mortali sul lavoro, la Cgil chiede un tavolo permanente sulla sicurezza

Ancora due infortuni mortali in Veneto, regione che nel 2023 era al secondo posto per quanto riguarda il numero degli infortuni mortali: la Cgil e le categorie esprimono cordoglio e solidarietà nei confronti delle famiglie colpite dal lutto. E stigmatizzano la gravità di quanto accaduto, soprattutto nel caso dell’incidente in Comelico, di domenica (Incidente mortale nel bosco: muore un operaio di 41 anni).

«Le persone che lavorano continuano a morire, spesso per gli stessi motivi. Gli ultimi due infortuni che si sono verificati in questi giorni riguardano entrambi il settore dell’agricoltura e sono stati entrambi causati da macchine: serve più impegno sul fronte della formazione e sulla sicurezza dei mezzi» sostiene Silvana Fanelli, segretaria regionale Cgil Veneto con delega su Salute e Sicurezza. «A proposito dell’incidente mortale avvenuto in Valvisdende, servono inoltre interventi normativi, anche a livello regionale, per rendere obbligatoria l’iscrizione all’albo delle imprese forestali da parte delle aziende che operano in aree boschive così da poterne verificare i requisiti minimi, indispensabili per svolgere un’attività così delicata e pericolosa, spesso affidata in appalto ad aziende provenienti da Paesi limitrofi».

La Cgil di Belluno insiste sul tavolo permanente sicurezza. E torna a bussare in Prefettura. «Da più di un anno e mezzo stiamo chiedendo alla Prefettura l’attivazione di un tavolo permanente sulla sicurezza, anche alla luce degli aumenti delle attività nelle aree boschive, da Vaia in poi» dice Sebastiano Grosselle, segretario generale Flai Cgil Belluno. «L’attivazione del tavolo è diventata sempre più urgente anche per l’intensificarsi degli interventi di abbattimento degli alberi per via del bostrico: vista la difficoltà ad attivare una capillare vigilanza a causa del contesto particolare e dei cantieri mobili, oltre a rafforzare la capacità di azione degli enti di vigilanza serve anche agire anche con filtri a monte, stabilendo una serie di requisiti minimi, sia di dotazione tecnologica sia di formazione, per le imprese che entrano in bosco. È necessaria in buona sostanza una regia territoriale in grado di monitorare il lavoro che si svolge nei boschi in termini di regolarità e sicurezza, anche e soprattutto in considerazione della enorme varietà e diversificazione delle imprese che operano in un contesto oggettivamente più complesso e rischioso di molti altri». 

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto