Influenza, è corsa al vaccino. Ma nelle farmacie non si trova

Influenza, è corsa al vaccino. Ma nelle farmacie non si trova

Giovedì aprirà ufficialmente la corsa al vaccino antinfluenzale, ma c’è chi rischia di partire parecchi metri indietro. Sono le farmacie, e di riflesso tutti coloro che non rientrano nelle categorie a rischio (per le quali la vaccinazione è gratuita e curata direttamente dall’Ulss 1).

Da quest’anno le regole per la distribuzione dei farmaci per la fascia di popolazione da 6 a 60 anni sono cambiate. Ma non esiste ancora un protocollo e le farmacie brancolano nel buio. «In questo momento per chi ha meno di 60 anni il vaccino non c’è – attacca Roberto Grubissa, presidente di Federfarma Belluno – questa è la verità. Ed è gravissimo, tanto più considerando che ci troviamo nel mezzo di una pandemia».

Solitamente a fine settembre le farmacie avevano già effettuato gli ordini e per i primi di ottobre si vedevano recapitare i quantitativi richiesti per soddisfare la popolazione. Quest’anno la speranza era quella di aumentare il quantitativo ordinato almeno del 40%, ma sarà già un successo confermare le dosi del passato.

Il tutto mentre tra la popolazione cresce la voglia di vaccino. «Non c’è mai stata così tanta richiesta, la gente evidentemente ha paura e vuole proteggersi – commenta Athos Boco dell’omonima farmacia di Belluno -. Ho 500 richieste potenziali ma mi arriveranno, se tutto va bene, 20 – 30 dosi. Non è giusto, l’accesso alla cura deve essere garantito a tutti».

Non vanno meglio le cose nel Feltrino. «Quest’anno avrei acquistato più dosi del 2019 – spiega Federico Ricci dell’omonima farmacia – parliamo di 300 vaccini circa. Ma dai distributori e dai fornitori continuo a ricevere risposte negative, perché loro per primi non hanno il prodotto da poterci fornire. Probabilmente la distribuzione avverrà attraverso la Usl, ma al momento non abbiamo comunicazioni ufficiali in mano e non possiamo dare risposte alle persone. Ci sentiamo arrabbiati e delusi, perché non ci viene consentito di svolgere il nostro lavoro».

«La Regione ci dia certezze il prima possibile – chiude Grubissa – ne va della salute della comunità».

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