Inflazione e rincari, anche le aziende agricole a rischio chiusura

Inflazione e rincari, anche le aziende agricole a rischio chiusura

Inflazione all’8,4% su base annua, rincari che hanno toccato punte del 300%. Le aziende agricole del Veneto rischiano di non sopravvivere alle nuove mazzate in arrivo e Confagricoltura Veneto lancia l’allarme: «Gli ultimi incrementi delle quotazioni del gas naturale mettono a rischio la continuità del ciclo produttivo. Per alcune imprese la cessazione dell’attività potrebbe essere definitiva». 

È grande la preoccupazione per tutti i settori, a partire all’ortofrutticolo, già messo in ginocchio da una delle estati più calde di sempre, ai seminativi, che registrano perdite di mais e soia pesantissime a causa della siccità. «La situazione è molto delicata – sottolineano da Confagricoltura -. Il nuovo balzo dell’inflazione dà la misura di quanto gli aumenti dell’energia elettrica e del gas siano ingenti, al punto da mandare letteralmente fuori controllo il sistema degli oneri delle aziende agricole. Se non si metteranno in atto misure immediate a livello nazionale e straordinarie in ambito europeo sul costo del gas, dell’energia elettrica e del gasolio, si rischia una grave recessione. Le imprese saranno costrette ad aumentare i prezzi dei prodotti, con un effetto a caduta sui consumatori, se non addirittura a tagliare l’attività produttiva».

Nelle aziende sono arrivate bollette pesantissime. Alcuni allevatori stanno considerando se tenere ferma l’attività nei prossimi mesi, anche perché il conflitto in Ucraina ha aggravato la situazione relativa ai costi dei cereali, degli oli vegetali, dei fertilizzanti e dei carburanti. 

Sul fronte ortofrutticolo il quadro non è migliore. Alle perdite di prodotto dovute alle temperature eccessive, alla cimice asiatica e alle bombe d’acqua, si sono aggiunti i rincari energetici, che hanno pesato parecchio sulla conservazione dei frutti nei frigoriferi industriali dato che dal prezzo medio del 2021, di 9 centesimi al kilowattora, si è saliti ai 33 centesimi di giugno e ora si raggiungono picchi di 70 centesimi al kilowattora.

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