Incentivi e fiscalità differenziata. Uncem fissa le condizioni per il lavoro in montagna

Incentivi e fiscalità differenziata. Uncem fissa le condizioni per il lavoro in montagna

Multifunzionale, innovativo, generativo. È questo il lavoro nelle valli montane, secondo Uncem. L’Unione nazionale dei Comuni e degli enti montani torna a proporre politiche per la famiglia con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento della montagna. E lo fa parlando di lavoro, a pochi giorni dalla Festa del 1° maggio.

«La montagna, Alpi e Appennini, deve tornare ad avere condizioni di lavoro. Vi sono contributi a fondo perduto, per le imprese, per ammodernarle, pochi fondi per farle nascere, al netto non siano passaggi di generazione, incentivati dal Psr. C’è troppo poco per le start up dell’agricoltura ad esempio. E su questo serve una riflessione» afferma Marco Bussone, presidente Uncem. «Per un giovane, trovare la terra e qualche risorsa per partire non è semplice. Ma le aziende che negli ultimi dieci anni sono nate nelle valli montane del Paese dimostrano che l’innovazione è il giusto valore per agire. E che molto diversa è la situazione del lavoro nelle aree montane, rispetto alle periferie urbane ad esempio. C’è meno, molto meno sommerso di un tempo. Ne rimane un po’ a va estirpato. Si fanno più lavori diversi, durante l’anno, e la ‘Cooperazione di comunità’ è uno dei modelli più belli e forti per il futuro dei paesi, insieme. C’è meno empirismo oggi nelle imprese rispetto a qualche decennio fa, ci sono molti più laureati, anche in rifugi alpini, ristoranti e tra i campi e le foreste. Sono formati e moderni. Usano efficacemente beni collettivi, consapevoli della crisi climatica. Lavorano con l’e-commerce, arrivano da esperienze fatte all’estero. Sanno cosa sono i ‘luoghi di comunità’, dunque il legame con il territorio. Chiedono supporto all’amministrazione locale, e su questo abbiamo da lavorare. Come sugli incentivi finanziari. Perché un Decreto lavoro serio, vero, dovrebbe consentire alle aziende montane di accedere subito a un fondo ad hoc montato da Mef e Cassa Depositi e Prestiti. Ecco la nostra richiesta, insieme ovviamente a fiscalità peculiare e differenziata, che ormai sembra essere un tabù».

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