I progressi registrati dalla scienza medica nella ricerca delle cause delle malattie, nel campo delle cure con farmaci o con altri mezzi terapeutici, e nel campo delle indagini diagnostiche, con tecnologie sempre più sofisticate e accurate, hanno spinto le possibilità di diagnosi e cura spesso oltre limiti che solo pochi anni fa erano impensabili.
Questo indubbio progresso scientifico, così rapido nel tempo ed evidente nei risultati, oggi permette di far fronte a situazioni di emergenza e curare malattie finora ritenute incurabili con risultati sempre più soddisfacenti, ma impone contemporaneamente sul piano dell’etica riflessioni e domande cui non è possibile sfuggire e che trovano spesso ancora impreparati nelle risposte.
Vi sono condizioni di malattia, spesso correlate all’invecchiamento, in cui non è conservata la possibilità della persona di esprimere un giudizio, un parere, un consenso rispetto agli accertamenti diagnostici e alle cure proposte. Le Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat), altrimenti chiamate “testamento biologico”, sono l’affermazione della volontà da parte di una persona, espressa in condizioni di lucidità mentale e raccolta in una dichiarazione scritta, in merito agli accertamenti diagnostici e alle terapie che intende o non intende accettare nell’eventualità in cui divenisse incapace di esprimere il proprio diritto di scelta.
Questo tema sarà l’oggetto dell’incontro che si svolgerà oggi (sabato 23 marzo), alle 18, nella sala San Felice di Trichiana. Relatore il dottor Stefano Capelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Belluno, moderatore il dottor Giampetro Luisetto, medico di famiglia e vice presidente dell’associazione “Mano Amica”.