Il ruggito della montagna: nasce il Tavolo tecnico scientifico per rilanciare le “terre alte”

Il ruggito della montagna: nasce il Tavolo tecnico scientifico per rilanciare le “terre alte”

Ricercatori, giuristi, professionisti, associazioni di categoria. Tutti insieme per preparare una legge nazionale per la montagna. È l’iniziativa del ministero per gli affari regionali, che ieri mattina (3 giugno) ha tenuto a battesimo il Tavolo tecnico scientifico peer l’attuazione della strategia per la montagna. In pratica, il ruggito delle “terre alte” che dopo il Covid si sono scoperte più forti di quanto pensavano, pur nella perifericità e nell’enorme gap le divide dalle zone urbane. 

Il primo problema da affrontare? Lo spopolamento, che colpisce Belluno, ma anche gli altri territori dell’arco alpino (escluse Trento e Bolzano) e i paesi appenninici. «Lo sviluppo della montagna è lo sviluppo di tutto il Paese, è un’opportunità» hanno detto la ministra Mariastella Gelmini e il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. «Ma servono politiche specifiche, perché non può essere sconveniente vivere o investire in montagna». 

Eccola la questione: oggi vivere e lavorare in montagna costa di più rispetto alla pianura. Costi economici, ma anche sociali. Mancano servizi, trasporti, risorse. Ma sul Tavolo inaugurato dalla ministra Gelmini si intravvedono buone prospettive. «Dobbiamo passare dalla mappatura dei problemi alla individuazione delle soluzioni – ha continuato la ministra degli affari regionali -. Abbiamo fatto correre gli uffici ed entro il 2021 verranno erogati circa 30 milioni di euro a valere sul Fondo Montagna più altri 10 sul Fondo integrativo per la montagna».

Alla presentazione del tavolo tecnico scientifico ha partecipato anche il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, su delega dell’Unione Province d’Italia. «La nascita del Tavolo tecnico scientifico è un passaggio fondamentale nella definizione della strategia per la montagna. Una strategia che non potrà che avere anche Belluno al centro» ha detto il presidente Padrin. «Da quasi vent’anni la nostra provincia si trova a fare i conti con uno spopolamento sempre più accelerato, che riguarda in particolare i Comuni più periferici e in quota. Un problema che condividiamo con tutte le altre realtà dell’arco alpino e dell’Appennino, eccezion fatta per Trento e Bolzano. Ma che adesso sembra finalmente affrontabile, visto che la montagna sta diventando un’opportunità e non più un territorio “sfortunato”. Dobbiamo partire dai servizi, per dare la possibilità ai cittadini di rimanere a vivere in montagna, e anche per attrarre turisti e potenziali futuri abitanti. E dobbiamo garantire formazione e lavoro ai giovani».

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