Il ritorno di un’arte senza tempo: riapre “Gelato come una volta”

Il ritorno di un’arte senza tempo: riapre “Gelato come una volta”

C’è chi, nella vita, rincorre la novità. E chi, invece, sceglie di rallentare. Di compiere un passo indietro. Per recuperare l’anima di ciò che conta davvero. È questa la traiettoria di Gionni Campo Bagatin: gelatiere per vocazione, artigiano per scelta, custode di un sapere che rischiava di sbiadire nella corsa frenetica della modernità.

A Cavarzano, riapre “Gelato come una volta”. E già il nome è una dichiarazione d’intenti. Un manifesto culturale, prima ancora che legato alla sfera del gusto. Qui si ascolta la voce delle materie prime: a cominciate dal latte fresco, scelto con la cura di un tempo in cui i contadini si conoscevano per nome. Le nocciole sanno di Langhe, i pistacchi “svelano” la Sicilia e la frutta sembra uscita da un mercato di paese, più che da un laboratorio di aromi artificiali.

Il gelato di Gionni ha poco a che fare con le scorciatoie industriali e molto, invece, con la cura necessaria a far affiorare la memoria nei sapori. Un gelato vero. Schietto. Di quelli che, assaggiandoli, ti ricordano un’estate d’infanzia o una passeggiata sotto i portici in un pomeriggio di luglio.

Gionni, il titolare, non ama i riflettori. Ma il suo percorso merita di essere raccontato. È il percorso di chi ha scelto di preservare un’arte antica: quella del gelatiere capace di equilibrare sapienza e passione, tecnica e sentimento. Ogni gusto è una piccola narrazione. Ogni ricetta è un manoscritto da tramandare, più che un semplice elenco di ingredienti. Ci sono il rispetto per la materia prima, la precisione del bilanciamento, ma anche — e soprattutto — il profondo amore per un mestiere che diventa gesto quotidiano. Paziente. Appassionato.

Eppure, anche chi custodisce la tradizione sa che i tempi cambiano. Per questo “Gelato come una volta” ha aperto una finestra sul mondo: una pagina Instagram (@gelatocomeunavolta), un profilo Facebook e una casella mail (gelatocomeunavolta@yahoo.com) per dialogare con chi vuole scoprire i segreti nascosti nei coni e nelle coppette. Un ponte tra passato e presente, tra bottega e community. Perché il sapore di un gelato artigianale può viaggiare anche attraverso uno smartphone, pur rimanendo saldo alle sue radici.

Riaprire una gelateria non è solo riaccendere una vetrina e un banco frigo. È riaccendere storie: dietro ogni paletta affondata nella vaschetta, dietro ogni sorriso di Gionni, c’è il respiro lungo di un mestiere che resiste. Come una volta, appunto.

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