A distanza di 33 anni, torna a Belluno il grande Patrick Dunn. Neozelandese, figlio di genitori samoani, “Pat” ha lasciato un segno indelebile nella storia del rugby gialloblù.
Per capire chi è Dunn, è necessario un passo indietro. Dopo la formazione con il Marist St Pats Rugby Football Club, “Pat” è stato selezionato per la squadra provinciale di Wellington con cui gioca nel 1986 e 1987 nella formazione principale che in quegli anni contendeva ad Auckland la conquista della Npc (National Provincial Championship).
Le offerte sul tavolo erano due: da una parte lo Su Agen, squadra che militava nel massimo campionato francese e che negli anni Ottanta ha vissuto il suo periodo più splendente conquistando due titoli (1982 e 1988). Dall’altra parte il Rugby Belluno che militava in Serie A2 dalla stagione 1987-1988 e che, a quel tempo, accoglieva diversi stranieri e, soprattutto, neozelandesi.
Alla fine, confessava Pat, la scelta è ricaduta su Belluno sia per il fascino del Belpaese, sia perché l’Italia è un Paese cattolico.
Arrivato fra le Dolomiti nella stagione sportiva 1989-1990, Patrick sente subito che è il posto giusto per lui. Grazie ai compagni, ma anche alla generosità e accoglienza della collettività, Pat riesce ad integrarsi al meglio e conserva un bellissimo ricordo della città. Ed è proprio questo che l’ha spinto a tornare, insieme alla famiglia, per mostrare a moglie e figli i luoghi di cui, negli ultimi 33 anni, ha sempre parlato bene.
L’appuntamento ufficiale è per domani (venerdì 1), quando Pat sarà ospite alla club house del Rugby Belluno per una cena insieme ai suoi vecchi compagni di squadra. Ad accoglierlo ci saranno inoltre i ragazzi della squadra seniores.
Dopo il soggiorno bellunese, Patrick e la famiglia si sposteranno prima alle Cinque Terre, poi ad Olbia e a Roma, tappa obbligata del Grand Tour. Successivamente si sposteranno a Dubrovnik, città di cui si è innamorata la figlia un anno fa. Dalla Croazia faranno scalo a Londra per poi rientrare in Nuova Zelanda.