Il lockdown favorisce bulimia e anoressia: ricadute in aumento nei disturbi alimentari

Il lockdown favorisce bulimia e anoressia: ricadute in aumento nei disturbi alimentari

Che il distanziamento sociale avesse delle controindicazioni era scontato. Ora si vedono anche nei disturbi del comportamento alimentare, come dicono i numeri dei centri Dca dell’Ulss 1 Dolomiti. Un centinaio le persone seguite dai servizi sanitari per bulimia, anoressia e simili. Una cinquantina le prime chiamate effettuate nel 2020 (52 per la precisione). Ma soprattutto, diverse ricadute di problemi che sembravano in via di superamento.

L’azienda sanitaria presenta i numeri relativi ai disturbi alimentari nella giornata dedicata al Fiocchetto Lilla (15 marzo). I cosiddetti “Dca” in buona parte esordiscono nell’adolescenza e soprattutto nelle donne, ma non è infrequente osservare esordi molto precoci, prima della pubertà, o tardivi, nell’adulto. Spesso si cerca una unica causa alla malattia, ma il disturbo è sempre risultato di un intreccio di  fattori dove aspetti predisponenti della persona – insicurezza, bassa autostima, eccessiva spinta alla performance – in momenti delicati della vita e in occasione di eventi stressanti, possono far “precipitare” il problema. La preadolescenza (o l’adolescenza) con le modifiche corporee e l’importanza delle dinamiche relazionali e di gruppo diviene spesso il momento in cui questi disturbi si presentano. Nell’ultimo anno, caratterizzato da lockdown, didattica a distanza e varie restrizioni per i cittadini, i ragazzi hanno dovuto vivere nell’isolamento un momento delicatissimo della loro crescita. 

EFFETTO STRESS

«L’aumento di alcune dipendenze osservato dal marzo 2020 ha coinvolto anche i disturbi alimentari, perché il distanziamento ha tolto ai ragazzi quella quotidianità di relazioni e abitudini spesso fonte di sicurezza e aiuto per la gestione dello stress – fanno sapere dall’Ulss Dolomiti -. Il continuo adattamento imposto a questi ragazzi ha certamente influenzato chi era più predisposto,  portandoli a volte a gestire la tensione con la restrizione o l’iper alimentazione. I disturbi alimentari, infatti, vanno dalle forme restrittive o sottoalimentazione come nelle anoressie nervose, a quelle di iperalimentazione e abbuffate incontrollate, ai disordini alternanti abbuffate, restrizioni e metodi di compensazione – come il vomito – tipico delle bulimie». 

I NUMERI

Nel 2020 i due centri Dca di Belluno e Feltre hanno effettuato, in totale, 52 prime visite (7 maschi e 44 femmine), con totale di un centinaio di persone in carico.  

«Sono state constatate alcune ricadute in alcuni casi già in carico che hanno dovuto affrontare il problema in una condizione di isolamento, perché studente in Dad o lavoratore in smart working. In questi casi, in particolare, sono aumentati i pensieri disturbanti e le perdite di controllo – spiegano dall’Ulss -. La complessità delle problematiche fa sì che l’approccio debba essere quanto più multidisciplinare, proprio perché nessun professionista, da solo, può riuscire a rispondere all’intreccio di bisogni della persona. I due centri di Belluno e Feltre vedono il coinvolgimento di numerosi professionisti – dietologi, psicologi, psichiatri, internisti – provenienti da diversi servizi».

Le due équipe collaborano con l’Associazione Margherita, punto di riferimento per le famiglie di ragazzi con Dca nel Bellunese. L’associazione offre supporto ai genitori con incontri quindicinali di gruppo e collabora con l’Ulss per cicli di psicoeducazione ai genitori delle ragazze seguite dalle due equipe (informazioni allo 0437 516465 per i residenti nel distretto di Belluno; allo 0439 883160 per il distretto di Feltre).

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