Il futuro delle terre alte parte dal Cadore: varato il Green Deal 2030

Il futuro delle terre alte parte dal Cadore: varato il Green Deal 2030

Una comunità, 14 tavoli tematici, 250 partecipanti per decidere il futuro della montagna. Ha preso il via il progetto “Green Deal Cadore 2030” con il quale la Magnifica Comunità di Cadore sta elaborando in modo condiviso i temi che saranno al centro dello sviluppo e del rilancio del territorio cadorino nei prossimi dieci anni. Il primo incontro ieri (sabato 22 maggio), con il varo dei lavori. E con grandi ambizioni.

«Il Cadore si trasforma da oggi in un grande laboratorio di idee per guidare il cambiamento – le parole inaugurali di Renzo Bortolot, presidente della Magnifica, al tavolo inaugurale con il presidente della Provincia e il sindaco di Pieve (in foto) -. Qui oggi si decide il nostro futuro. Mai come adesso il contesto è favorevole alla realizzazione delle idee progettuali che emergeranno dai tavoli tematici. Oltre a programmi economici mirati, come Next Generation EU, la nuova programmazione comunitaria 2021-2027, i fondi per la montagna e le Aree interne, possiamo contare sugli investimenti e la ricaduta dei grandi eventi internazionali in programma nei prossimi anni, come il Mondiale di canoa di Auronzo 2023 e le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Il compito della Magnifica Comunità di Cadore è quello di accendere il motore dello sviluppo, coordinando e facendo collaborare tutte le componenti territoriali, per fornire le linee guida che i soggetti preposti dovranno attuare con progetti e iniziative di sviluppo».

Grandi eventi e grandi risorse, quindi. E un problema che rimane fermo da anni: lo spopolamento, figlio della marginalità. Eppure, il Covid potrebbe dare una mano. «Siamo a una svolta epocale. La rivoluzione digitale in atto e i territori di montagna devono porsi la questione di uscire dalla marginalità – ha detto il noto antropologo Annibale Salsa -. Il fatto di essere in montagna non vuol dire esser marginali: questo è uno stereotipo da smontare. Siamo a una svolta epocale negli stili di vita. La pandemia ha accelerato sulla riscoperta della montagna, ma bisogna distinguere tra montagna ideale e reale, nella quale entra in gioco la quotidianità, fatta di uno stile di vita che è necessario ripensare e riorganizzare per rendere le “terre alte” uno spazio vivibile. Serve una presa di coscienza. Bisogna cambiare modello culturale».

Eccolo allora il mantra di Green Deal Cadore 2030: la consapevolezza. Quella della sostenibilità ambientale, della rivoluzione digitale e dell’inclusione social. I lavori sono partiti ieri e ci sarà tempo per proporre idee. L’obiettivo? Maggiore benessere diffuso e lotta allo spopolamento. Cinque gli assi portanti: le Dolomiti, le infrastrutture fisiche e digitali; le imprese e il lavoro; il turismo e l’identità cadorina (Dolomiti, storia, arte e cultura); la comunità cadorina (persone, associazioni, famiglie); la scuola, la salute, la mobilità, i servizi comunali e di comunità. Ognuno dei 14 tavoli tematici, che sono stati costruiti all’insegna della diversità intorno a questi cinque capitali dovrà presentare almeno un’idea-progetto per la crescita del Cadore.

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