Nelle valli del Comasco, la notte di San Silvestro, erano soliti appendere un bastone alla porta dei casolari.
Lo sapete perché?
Molti anni fa, padron Tobia stava contando il suo gruzzolo di soldi in un angolo della sua capanna, quando bussarono alla porta.
L’avaro nascose con un drappo i suoi averi e andò ad aprire.
Una folata di vento gelata lo colpì al viso.
Era una notte gelida.
Sotto la tormenta, fra il nevischio, vide un pover’uomo che si reggeva a stento e non aveva neppure un cencio di mantello.
Padron Tobia fu molto contrariato da quella visita e domandò con aria truce allo sconosciuto: «Che ci fa qui? Cosa vuole?».
«Sono un povero viandante, mi sono perso nella tormenta – disse -. Vi chiedo, in carità, di poter dormire nel vostro fienile».
«Io non faccio dormire nessuno a casa mia. Andatevene!».
«Almeno un tozzo di pane!», chiese il viandante.
«Neppure quello vi do, andate».
«Allora un sacco, un cencio da mettermi al collo, perché muoio di freddo», lo incalzò.
«Non ho sacchi e neppure cenci».
«Almeno un bastone per appoggiarmi».
«Non ho nemmeno bastoni».
L’uscio si chiuse e il viandante se ne andò.
Il padrone di casa tornò al suo gruzzolo: alzò il drappo, ma con stupore vide che il tesoro non c’era più.
Al suo posto, solo un mucchio di foglie secche.
Padron Tobia impazzì e terminò i suoi giorni vagando per la valle e raccontando a tutti la sua disgrazia.
Ecco che da allora, a capodanno, nelle case della valle, si lascia un bastone, un sacco, un tozzo di pane sull’uscio di casa.