«I giovani russi stanno già pagando le conseguenze della guerra». Lettera al direttore

«I giovani russi stanno già pagando le conseguenze della guerra». Lettera al direttore

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di un bellunese, il cui figlio lavora a stretto contatto con giovani russi, contrari alla guerra in Ucraina.

Sono appena tornato da Napoli, dove sono andato a trovare mio figlio che studia all’Apple Academy. Tra i tanti giovani, che frequentano questa importante e prestigiosa istituzione, il 10% sono studenti russi. Mio figlio, infatti, condivide l’appartamento, oltre che un ragazzo spagnolo e un italiano anche con un giovane informatico russo. In questi giorni, di permanenza a Napoli, abbiamo condiviso pranzi, cene e tante riflessioni insieme sulla guerra e Dmitriy, ci ha apertamente confessato che molti suoi compatrioti sono contrari a questo conflitto, in quanto tanti loro amici e parenti vivono in Ucraina. Purtroppo, ha sottolineato Dmitriy, nel suo Paese le informazioni che arrivano sono distorte e protestare è molto pericoloso. Infatti, tantissimi russi che vivono nelle grosse città e hanno un alto livello di istruzione, sono inorridite e terrorizzate da quello che sta succedendo e sanno che non dovranno affrontare solo un periodo di grosse difficoltà economiche, per via delle durissime sanzioni imposte dall’Occidente, ma anche una dura repressione politica. Proprio per questo, a seguito di queste sanzioni, imposte dall’Occidente, a Dmitriy non arrivano più i soldi per pagare l’affitto e le normali spese di vita quotidiana, per lo tsunami finanziario che l’Occidente sta applicando contro la Russia di Putin. Uno tsunami che punta a innervosire gli oligarchi (con il blocco del sistema Swift), ma che di fatto si ripercuote anche contro i tanti giovani che studiano all’estero. Come sempre però, saranno soprattutto i giovani a pagare queste conseguenze e, anche se sono una minoranza e sanno di rischiare l’arresto, non possono accettare di stare in silenzio mentre il loro Paese bombarda una popolazione che ha le loro stesse ambizioni: vivere in libertà, essere una democrazia. 

Massimo Ferigutti

foto Adnkronos

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