I droni sempre più attivi nel soccorso in montagna, già 10 gli interventi

I droni sempre più attivi nel soccorso in montagna, già 10 gli interventi

Dalla Marmolada in avanti. Il Soccorso alpino è sempre più tecnologico. Lo dimostra l’utilizzo dei droni per le manovre di controllo e presidio della montagna. Strumenti che consentono di verificare l’area di intervento prima di inviare le squadre sul posto.

La II Delegazione Dolomiti Bellunesi da alcuni anni si sta occupando di analizzare l’efficacia dell’uso degli Uas, Unmanned aircraft system, più notoriamente conosciuti col generico nome di droni, negli interventi di soccorso in montagna, ambiente impervio ed ostile. Malgrado questa attività sia ancora in fase sperimentale, l’utilizzo nel 2022 ha visto il gruppo di piloti attualmente abilitati impegnati in 10 interventi, per un totale di 32 giorni e 386 ore uomo. 

Significativo è stato l’impegno in occasione del tragico evento del ghiacciaio della Marmolada, dove l’utilizzo del nuovo strumento ha permesso di monitorare l’area primaria e secondaria della zona di distacco e di accumulo in totale sicurezza, evitando di esporre personale a terra al rischio oggettivo di successivi distacchi. Ha permesso inoltre di geolocalizzare numerosi reperti, recuperati in un secondo momento, con la tecnica dell’operatore collegato al gancio baricentrico dell’elicottero. 

Da qui in avanti la strada è segnata. Per il 2023 il gruppo vede l’entrata di due nuovi piloti, che hanno da poco finito l’iter obbligatorio di legge, acquisendo attraverso una collaborazione con il Radio Club Belluno Nore – finanziato dal Centro servizi per il volontariato Belluno e Treviso – il brevetto A1_3 e A2, primo step per essere ammessi al corso nazionale per piloti Uas del Cnsas. Altri impegni importanti saranno l’elaborazione di un progetto che prevede l’acquisto dei velivoli e la formazione per tutte le Stazioni dell’area agordina e della Val di Zoldo. 

Continua inoltre la collaborazione con il team creatosi in occasione di un progetto Interreg Italia – Austria, che vede gli operatori bellunesi confrontarsi con gli omologhi di Alto Adige, Tirolo e Baviera, sulle problematiche del soccorso in montagna e uso degli Uas. Non mancheranno, oltre alle consuete esercitazioni pratiche, anche lezioni teoriche per l’utilizzo di software specifici per la gestione del volo e la post elaborazione delle immagini, al fine di aumentare l’efficienza e l’efficacia delle operazioni di soccorso, con l’obiettivo primario di limitare sempre più l’esposizione al rischio delle squadre a terra. 

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