Il 7 ottobre, a cura del gruppo territoriale di Belluno “Non una di Meno”, si parlerà di consultori. Cos’hanno a che fare i consultori pubblici con un movimento che lotta per per l’eliminazione della violenza di genere? Molto: «Perché sono presidi di prevenzione e creazione di una cultura dell’uguaglianza, spesso misconosciuti e depotenziati negli anni. Nati quasi mezzo secolo fa, sono stati determinanti per la salute della donna, dell’età evolutiva, dell’adolescenza e delle relazioni di coppia e familiari. Servizi pubblici, quindi gratuiti e universali».
Oggi esistono e funzionano: «Però non sono conosciuti come dovrebbero e, a causa dei tagli operati da anni alla sanità. Spesso non hanno le risorse sufficienti per i numerosi compiti che sono chiamati a svolgere e la società richiede».
Il consultorio, quindi, è in grado di rispondere alle nuove esigenze della contemporaneità?
Se ne parlerà con chi ha contribuito a fondarli: la ginecologa Gigliola Tessari, con chi li coordina oggi nel nostro territorio, Lisa Dal Bo, e con due realtà di cittadinanza, Non una di Meno a Treviso e Dafne a Belluno, che stanno provando ad affiancare i consultori nel loro compito.
L’appuntamento è per sabato 7 ottobre, a Belluno, alle 16 in sala Bianchi.
«Questo è uno dei numerosi tasselli di costruzione di consapevolezza sullo stato di salute della sanità pubblica, verso la manifestazione regionale del 28 ottobre: “La sanità non è un costo ma un investimento per il futuro”».