Giacobbi ospite del Lions: «I Mondiali in salita, ma che impresa»

Giacobbi ospite del Lions: «I Mondiali in salita, ma che impresa»

Non si ferma l’attività del Lions Club Belluno.

Tanto è vero che l’ultima videoconferenza ha coinvolto un ospite d’eccezione come l’amministratore delegato di Fondazione Cortina 2021, Valerio Giacobbi. «I Mondiali di sci a Cortina hanno permesso di rilanciare l’immagine di Cortina, della provincia di Belluno e del Veneto a livello internazionale dando impulso alle attività locali, alla ristrutturazione di alberghi, al rinnovo d’impianti d’innevamento, delle piste e strutture sciistiche, ma anche alla viabilità e a interventi pubblici che rimangono un patrimonio comune». Così si è espresso, con commozione, Valerio Giacobbi, ben consapevole delle grandi sfide che sono state affrontate e superate. Il suo racconto ha permesso di scoprire i Mondiali da una prospettiva diversa, da chi li ha vissuti in prima persona e dietro le quinte.

«Non è stata un’impresa semplice, un percorso in salita segnato in modo particolare dalle difficoltà imposte dalle restrizioni Covid che hanno imposto lo svolgimento delle gare a porte chiuse. Ciò nonostante, la grande visibilità data alle gare e agli eventi ha portato alla ribalta mondiale il più grande evento sportivo che si è tenuto in Italia in tempo di pandemia». Giacobbi ha poi riassunto con alcuni dati ciò che sono stati questi Mondiali: 12 giorni di lavoro e di gare maschili e femminili, 13 titoli mondiali, 7 discipline, 71 nazioni partecipanti, 570 atleti, 7.000 persone tra addetti ai lavori, volontari, tecnici, preparatori atletici, skimen, dirigenti, oltre 500 milioni di persone collegate in diretta televisiva da tutto il mondo a cui va a sommarsi la popolazione digitale attraverso i nuovi media.

Sul fronte sanitario è stato organizzato un protocollo molto rigido con un sistema a “bolle” con percorsi diversi che non consentivano il contatto fra atleti e giornalisti: «Quattro Covid Center dedicati, test ogni tre giorni ci hanno permesso di superare anche questo problema». Non sono mancate le curiosità: «La pista “Vertigine” ha una vista mozzafiato, con un tracciato impegnativo. E quando abbiamo chiesto a Kristian Ghedina se accettava che fosse intitolata a suo nome ci ha risposto: purché si salti almeno 60 metri».

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