“Famiglia fa meglio”: l’inclusione sociale in azienda ai tempi del Covid

“Famiglia fa meglio”: l’inclusione sociale in azienda ai tempi del Covid

È stata una vera e propria task-force per l’inclusione in azienda quella condotta tra il 2020 e il 2021, in piena pandemia, da Confindustria Belluno Dolomit. L’associazione industriali ha aderito al progetto “Famiglia Fa Meglio”, realizzato dalle quattro cooperative sociali Società Nuova, Cadore, Cantiere della Provvidenza, Porta Aperta in partenariato con l’Ulss 1 Dolomiti, il Gruppo Autismo Belluno A.P.S. e finanziato dalla Fondazione Cariverona.  

L’iniziativa ha permesso alle imprese bellunesi di confrontarsi sui temi della disabilità nei luoghi di lavoro con seminari on line, corsi di formazione innovativi, testimonianze aziendali e questionari che hanno rivelato uno spaccato estremamente virtuoso tra le Dolomiti e in continua evoluzione.

«Il principio motore è che nessuno deve rimanere indietro e che la diversità, anche all’interno delle fabbriche e di tutte le aziende, è un valore aggiunto. Se ben gestita la stessa disabilità può diventare un fattore di crescita sociale ed economica – afferma Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti -. Nonostante il periodo durissimo causato dal Covid-19, la nostra associazione non ha mai perso di vista i propri valori e il supporto alle buone pratiche di innovazione anche in campo sociale».

Il percorso avviato da Confindustria Belluno Dolomiti è stato affidato a Flavio Mares, delegato al sociale, incarico voluto e introdotto in associazione proprio da Berton.  «Il progetto, suddiviso in quattro fasi, è stato seguito da decine di realtà del territorio, dalle più grandi alle più piccole – spiega Mares -. Tanti imprenditori hanno dimostrato grande sensibilità e interesse partecipando anche al corso di disability management per la gestione della disabilità in azienda».

Che le imprese bellunesi siano virtuose lo dimostra poi un’indagine svolta negli ultimi mesi riguardante la percentuale di copertura delle assunzioni obbligatorie introdotte dalla legge 68 del 1999: nel Bellunese si sfiora il 70 per cento contro la media regionale – che è del 55 – e nazionale, ferma al 28.

Un focus specifico è stato poi dedicato alle cosiddette “palestre occupazionali”, illustrate – in un appuntamento specifico – da Marco Ciociano Bottaretto direttore della Coop Società Nuova, capofila del progetto “Famiglia Fa meglio”.  «Si tratta di percorsi di accompagnamento al lavoro, mediati dalle cooperative sociali, rivolte a persone con disabilità lieve che altrimenti faticherebbero a trovare un’occupazione – spiega Ciociano Bottaretto -. I rapporti tra lavoratore e impresa possono essere regolati da convenzione e prevedere ad esempio commesse che le aziende possono esternalizzare o altre forme di interazione».

Gli stessi imprenditori bellunesi, al fine di migliorare l’inserimento in azienda di persone con disabilità, hanno partecipato a un’indagine, evidenziando la necessità di una maggiore semplificazione dei tirocini a livello burocratico, percorsi formativi specialistici, la defiscalizzazione delle assunzioni obbligatorie per tutto il periodo in cui il lavoratore è in forza e non solo per un primo periodo, maggiore relazione tra medico competente e strutture proponenti soggetti con disabilità, ma anche liste ad hoc di lavoratori disponibili con elenco delle mansioni possibili.

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