Crollo dell’export. L’economia bellunese continua a fare i conti con il Covid. E registra dati preoccupanti. Perché se lo scricchiolio mostrato da gennaio a marzo è certificato dai numeri (peraltro consistenti), non ci sono ancora certezze matematiche su quello che è stato e sarà il secondo trimestre dell’anno. La sensazione però è che gli effetti del lockdown siano spaventosi. E la seconda parte del 2020 rischia di essere anche peggio.
IL DATO
I numeri non mentono. Nel primo trimestre 2020 il Veneto ha esportato merci per un valore pari a 15,2 miliardi di euro, con una flessione del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2019 (significa 497 milioni di euro persi). Lo certifica il Sistema Statistico Regionale (su dati Istat).
E Belluno? Crollo disastroso: è la provincia che paga di più il Covid. L’export bellunese ha accusato un calo del 17,2% tra gennaio e marzo, ed è l’unica contrazione a doppia cifra: Padova ha perso l‘8,3%, Verona il 5,3% e Treviso il 5,1%; Rovigo e Venezia invece hanno guadagnato (rispettivamente +199 milioni di euro e +23 milioni rispetto al primo trimestre 2019).
COLPA DELL’OCCHIALE?
La domanda è legittima. La risposta quasi scontata. Sì. Perché l’export bellunese è per tre quarti fagocitato dall’occhialeria, prodotto simbolo del made in Belluno. Con i mercati bloccati dal coronavirus e mezzo mondo sotto pandemia, è ovvio che l’occhiale sia rimasto fermo. La speranza è che possa ripartire. La sensazione però è che la ripresa sarà lenta. Soprattutto quella che guarda fuori dai confini nazionali.