Eutanasia legale: i Giovani Democratici appoggiano la raccolta firme

Eutanasia legale: i Giovani Democratici appoggiano la raccolta firme

«Un’occasione per lavorare insieme, politica e società civile». 

Con questo spirito, i Giovani Democratici Bellunesi hanno deciso di appoggiare la raccolta firme a favore dell’eutanasia legale, proposta dall’associazione Luca Coscioni. «Sul tema dei diritti, spesso, la politica si è dimostrata titubante – dice Davide Noro, segretario dei Gd Città di Belluno e vicesegretario provinciale del Pd Bellunese -. Personalmente, credo che sia una battaglia giusta e mi auguro che si riescano a raccogliere le 500mila firme necessarie per indire il referendum popolare. Di concerto con il partito provinciale, abbiamo deciso di dare uno spazio all’interno della Festa dell’Unità ai promotori del referendum, nella giornata che sarà dedicata ai diritti

con Alessandro Zan».

Soddisfazione anche da parte del giovane attivista, Riccardo Bogo: «Con Davide ci siamo conosciuti durante la prima giornata di gazebo nelle piazze bellunesi. Da subito mi ha fatto capire la vicinanza dei Giovani Democratici al tema dei diritti: nel caso specifico quello del fine vita. Insieme abbiamo pensato di collaborare». 

Chiaro l’obiettivo del comitato promotore: «Non ci siamo mai posti barriere nella collaborazione con altre associazioni o forze politiche; il nostro obiettivo è quello di creare una rete di dialogo tra tutti gli ambienti delle nostre realtà territoriali, stringere legami che permettano a entrambe le parti di far girare nuove idee e avvicinare più persone alla politica. Ringrazio quindi il Pd e il gruppo Festa de l’Unità per lo spazio concesso e i Giovani Democratici per l’appoggio alla nostra campagna. Credo che le battaglie sui diritti individuali siano i blocchi di partenza per fare politica». 

Il referendum, qualora venisse confermato, punta a chiedere ai cittadini italiani di modificare l’articolo 579 del codice penale. Il quesito verterebbe sull’omicidio del consenziente, mantenendolo punibile solo nelle forme che prima erano aggravate (con equiparazione all’omicidio) ovvero quelle riguardanti un consenso viziato (per minore età, deficienza psichica o per violenza o minaccia o inganno). Questo, secondo i promotori, è ciò che il referendum chiede: la libertà di scegliere della propria vita.

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