
Non sarà una catastrofe. Ma perdite attorno al 30-40% non le leva nessuno. Gli agriturismi si leccano le ferite. Anche se alla fine, il bilancio è più roseo delle aspettative. Tutto merito del pienone di fine luglio e agosto, che in parte ha risollevato la crisi nera del lockdown di primavera. Grandi assenti sono stati gli stranieri, mentre c’è stato un buon recupero con il turismo di prossimità e anche con la ripresa dei banchetti per i matrimoni e gli eventi all’aperto.
«Considerata la pandemia, ci aspettavamo una catastrofe: a fine giugno eravamo ancora chiusi – spiegaMassimiliano Guiotto, presidente di Agriturist Belluno, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura-. Grazie al recupero di agosto, prevediamo invece di chiudere la stagione con una perdita del 30-40%. Dati negativi, ma comunque migliori di quanto ci aspettavamo. Il boom delle presenze in montagna in agosto, con le strutture tutte piene, ci ha portato una buona boccata d’ossigeno, sollevando un po’ i bilanci. C’è chi ha lavorato addirittura di più rispetto all’anno scorso, che già era stata un’ottima stagione».
Lo sguardo corre già al futuro. Soprattutto per gli agriturismi meno strutturati, o con solo alloggio, che hanno sofferto di più. «Se la pandemia non tornasse a manifestarsi con intensità – conclude Guiotto – si potrebbe prevedere una consistente ripresa nel 2021 e quindi un ritorno alla piena attività nel 2022».