Il sovranismo, evidentemente, non va in bicicletta. Ma neanche la matematica. Difficile capire altrimenti come qualche centinaio di atleti possa valere più di 5mila persone.
Sono numeri. Inequivocabili. Quelli delle presenze ad alcune gare ciclistiche del Bellunese confrontati con la Sportful Dolomiti Race, la manifestazione che ogni anno porta a Feltre migliaia di appassionati per pedalare sulle montagne bellunesi. E che in un quarto di secolo ha prodotto flussi di oltre 250mila ciclisti e una cultura del cicloturismo che altri si sognano.
La matematica però può diventare un’opinione. Almeno per la guida di Repubblica “Belluno e le sue Dolomiti”. Perché gare ben più piccole sono citate e promosse nel volume; la Dolomiti Race, la granfondo agonistica più importante del Veneto e tra le maggiori in Italia, no.
E la geografia? Anche quella è un tasto dolente. Come sempre quando si parla di Dolomiti e di vicini autonomi. Evidentemente chi ha stilato la guida su “Belluno e le sue Dolomiti” ha ricevuto suggerimenti sbagliati. Un po’ come quando c’era compito a scuola e chi non aveva studiato cercava qualche aiutino, provando a copiare dal vicino di banco. Stavolta nella guida bellunese ci finisce l’altra grande gara ciclistica, la Maratona dles Dolomites. Peccato che parta e arrivi in Val Badia, Provincia autonoma di Bolzano, Alto Adige. Né Belluno, né Veneto. Forse neanche Italia…