Energia alle stelle, incognite fitte sul turismo invernale

Energia alle stelle, incognite fitte sul turismo invernale

Sicuramente ci sarà più di qualche albergo chiuso, il prossimo inverno. E se non dovesse nevicare copiosamente, alcune stazioni sciistiche potrebbero ridurre le piste attive o non aprire per niente. Non è uno scenario da guerra, piuttosto il realismo di una situazione che rischia di farsi insostenibile per il turismo. E la montagna l’ha già visto cosa significa tener chiuso una stagione invernale: era l’inverno 2020-2021, c’era il Covid e senza i ristori arrivati dallo Stato sarebbe stata una strage. Stavolta ad aggravare la situazione ci sono le spese, che allora erano ferme, perché lo stop era imposto dalla pandemia.

SPESE FOLLI

Luce e gas sono aumentate del 400% in pochi mesi. Questo il dato di partenza. Secondo le stime della Fondazione Think Tank Nord Est, infatti, i servizi di alloggio e ristorazione in Veneto, nel corso del 2022, potrebbero complessivamente arrivare a pagare oltre un miliardo di euro in più per le forniture di energia elettrica e metano. Se nel 2019 si stimava un costo complessivo inferiore ai 300 milioni di euro, a parità di consumi nel 2022 le bollette potrebbero crescere fino a oltre 1,3 miliardi di euro: si tratterebbe di un aumento, rispetto al 2019, di quasi il 400%. La stima si basa su uno scenario che prevede la tenuta dei prezzi su valori molto elevati, in linea con la media del mese di agosto.

L’eccezionalità della situazione odierna risulta evidente dal confronto tra l’andamento del Prezzo Unico Nazionale (Pun) dell’energia elettrica negli ultimi due anni, rispetto a quanto successo dall’inizio degli anni Duemila. Infatti, nel 2004 il Pun medio annuo era di poco superiore ai 50 euro per megawattora, per poi salire fino a 87 euro nel 2008 e quindi scendere a meno di 40 euro nel 2020. La crescita vertiginosa si è registrata solamente nell’ultimo anno: il prezzo medio mensile ha oltrepassato per la prima volta la soglia dei 100 euro nel luglio 2021, per poi iniziare un’ascesa che lo sta portando a superare un valore medio di 500 euro in agosto. L’aumento del Pun, da agosto 2021 ad agosto 2022, è del 351%.

Anche il gas ha mostrato un trend analogo. Dopo alcuni anni di sostanziale stabilità, la crescita è iniziata durante la scorsa estate: il prezzo medio mensile del gas era ancora inferiore ai 20 euro per megawattora a inizio 2021, mentre si sta definendo un prezzo medio per agosto intorno ai 220 euro. L’aumento, da agosto 2021 ad agosto 2022, è del 418%.

E purtroppo la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in autunno, quando si teme una nuova impennata dei costi energetici, nel caso in cui la fornitura di gas proveniente dalla Russia dovesse diminuire.

NUBI NERE ALL’ORIZZONTE

Di fronte a queste cifre, è ovvio che il settore turistico sarà costretto ad archiviare in anticipo l’estate: sotto una certa soglia di riempimento, conviene chiudere l’albergo piuttosto che tenerlo aperto e funzionante.

Ma i timori veri sono per l’inverno. Se l’energia elettrica è aumentata di oltre il 300%, l’innevamento artificiale avrà costi improponibili. E anche solo far girare seggiovie e cabinovie comporterà uscite impossibili da compensare con eventuali adeguamenti degli skipass. Per non parlare degli alberghi, che d’inverno devono usare molto metano per scaldare le stanze.

Insomma, rischia di essere un bagno di sangue. E molte stazioni stanno riflettendo attentamente sul da farsi.

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto