Elisoccorso notturno, “Rufus” Bristot impegna il consiglio comunale

Elisoccorso notturno, “Rufus” Bristot impegna il consiglio comunale

Un’accelerazione sull’elisoccorso notturno. Lo ha chiesto Fabio “Rufus” Bristot nel consiglio comunale di venerdì. L’ex consigliere di maggioranza (ora nel gruppo misto) ha rivestito per un giorno i panni di capo delegazione del Soccorso alpino – carica ricoperta per molti anni – lanciando un accorato appello per la riattivazione del servizio di volo notturno. Bristot ha ricostruito tutta la storia dell’elisoccorso (attivato in provincia di Belluno nel 1988) e dell’elisoccorso notturno (per il quale il Bellunese ebbe il primato, nell’ormai lontano 1998) della sperimentazione. Dal 2016 il volo notturno è sospeso. Dovrebbe ripartire dal 2021, non appena verrà definitivamente aggiudicata la nuova gara per l’elisoccorso indetta da Azienda Zero, sulla quale pende per adesso il ricorso al Tar della ditta arrivata seconda, Elifriulia.

«Si è perso troppo tempo – la tesi di “Rufus Bristot” – su un tema nel quale eravamo all’avanguardia. L’elisoccorso notturno è fondamentale, tanto più in un territorio come il nostro, nel quale interi paesi sono tagliati fuori dalla “Golden hour”, ovvero il lasso di tempo entro il quale la stabilizzazione di un paziente a seguito di trauma o evento traumatico ha la maggiore possibilità di salvare la vita. E non dimentichiamo che il volo notturno poteva essere attivato anche negli anni scorsi, al di là degli esiti della gara».

La sua mozione – approvata all’unanimità, impegna il Comune di Belluno ad attivarsi con Ulss 1 e Regione Veneto perché venga definito un preciso cronoprogramma per l’avvio del servizio. Non solo, si richiede l’utilizzo della base di Belluno solo per il servizio di elisoccorso notturno, utilizzando quella di Pieve di Cadore (in fase di rifacimento) solo per quello diurno. Ma non solo elicottero. La mozione chiede anche il conseguente potenziamento del soccorso stradale, nell’ottica della complementarietà, oltre che il mantenimento in provincia della Centrale operativa del Suem 118 di Pieve di Cadore, anche in previsione della creazione delle centrali facenti capo al numero unico per le emergenze 112, che il Veneto, unica regione del nord Italia, non ha ancora attivato.

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