Effetto coronavirus: è assalto alle farmacie del Bellunese

Effetto coronavirus: è assalto alle farmacie del Bellunese

Se non è psicosi, poco ci manca. Ma a Belluno e dintorni la paura da coronavirus si è propagata ben prima dei casi registrati a Vo Euganeo. Semmai, il morto della provincia padovana non ha fatto che accrescere la corsa alle farmacie. Parola di Federfarma. 

«Da qualche settimana registriamo un via vai continuo nelle farmacie – spiega il dottor Roberto Grubissa, presidente dei farmacisti bellunesi -. La richiesta è di mascherine, un prodotto andato letteralmente a ruba. I primi ad averle richieste sono stati i clienti cinesi, molto presenti soprattutto in alcuni paesi della Valbelluna e del Feltrino. Ho potuto constatarlo anche nella mia farmacia (a Quero, ndr), dove le mascherine sono finite in un batter d’occhio. Continuano a chiedercele, ma non possiamo soddisfare la richiesta».

Stesso discorso anche nelle farmacie di Belluno, letteralmente prese d’assalto. Ne sa qualcosa il dottor Athos Boco (dell’omonia farmacia di via Rialto). Da qualche giorno offre un servizio di consulenza whatsapp per i suoi clienti. Ma da qualche giorno a questa parte fatica a rispondere a tutti, vista la mole di messaggi che riceve. E anche le persone che si presentano al bancone sono in costante aumento. Stamattina, poi, dopo il caso del decesso di Vo Euganeo, «è un disastro» dice. «La richiesta di mascherine e gel igienizzante per le mani è aumentata a dismisura. Le normali prassi di sicurezza igienica ci stanno, ma forse stiamo esagerando. Il virus muta di continuo e sta diventando una normale influenza. Solo per i soggetti a rischio, con patologie già presenti, ci sono seri pericoli. Con questo non voglio dire di sottovalutare il problema, ma è il caso di affrontarlo con rigore, senza facili allarmismi».

Quindi, che fare? Sempre valide le prassi igieniche normali, «quelle che si usano nelle normali campagne antinfluenzali e per le malattie virali trasmissibili» spiega il dottor Grubissa. «Quindi lavarsi bene e ripetutamente le mani, non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani, evitare luoghi pubblici affollati… Anche andare in montagna a respirare aria buona può aiutare». E le mascherine? «Ce ne sono di due tipi – continua Grubissa -. Quelle semplici, fatte di semplice garza, che possono essere prodotte anche in casa. E quelle più elaborate con veri e propri filtri».

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