«Edilizia, l’aumento dei costi ci sta costringendo a un nuovo lockdown»

«Edilizia, l’aumento dei costi ci sta costringendo a un nuovo lockdown»

«Siamo in una situazione paradossale. La mole di lavoro dell’edilizia e del comparto casa sarebbe enorme. Dico sarebbe, perché non riusciamo a lavorare. L’aumento dei costi e la difficoltà di reperire i materiali ci stanno costringendo a un nuovo lockdown. Per questo chiediamo una proroga sulla scadenza al 30 giugno per quanto riguarda l’anticipo del Superbonus 110%». A prendere posizione è Fabio Zatta, presidente di mestiere dell’edilizia di Confartigianato Belluno.

Il problema numero uno è l’aumento dei costi. Ferro e acciaio erano cresciuti del 50% nel corso del 2021, mentre nei primi due mesi del 2022 hanno già visto un ulteriore aumento del 40%. Il materiale per gli asfalti è salito del 40% dopo aver osservato un aumento del 35% già a fine 2021. E il gas ha superato il 300% di crescita tra gennaio e febbraio, mentre al momento registra un aumento che si attesta attorno all’850%. «Di fronte a questi dati è impossibile lavorare, soprattutto perché gli aumenti continuano a galoppare, rendendo impossibile fare preventivi per i lavori» sottolinea Zatta. «Per gli appalti pubblici invece, vinti magari mesi fa a cifre completamente diverse, è impossibile lavorare se non in perdita. A queste condizioni, conviene abbandonare l’appalto e tenere l’impresa ferma».

Il secondo problema è che anche volendo le imprese non riescono a lavorare, perché mancano i materiali. Legno e ferro si trovano a fatica e fino a fine scorte, perché le ferriere sono chiuse per i costi elevati e le segherie sono messe a dura prova per l’aumento dell’energia elettrica. «I cantieri del Superbonus 110% hanno creato una grande mole di lavoro, ma al momento è impossibile evadere le richieste. E non dipende solo dalla guerra in Ucraina – continua Zatta -. I materiali non arrivano certo da quelle zone. Penso ad esempio agli isolanti per i cappotti termici, che erano introvabili già prima che scoppiasse il conflitto; o certi impianti che colleghi termoidraulici stanno aspettando da ottobre. Ma ci troviamo all’interno di un circolo vizioso difficile da scardinare. Faccio un esempio: si fatica a trovare bitume e asfalto, oltre ad altri materiali. E il motivo è che il costo di produzione, tra petrolio e gas, è tale per cui chi li produce sta fermo, altrimenti lavorerebbe in perdita».

La preoccupazione del comparto casa è tangibile, perché ci sono in corso cantieri di ripristino post-Vaia e vengono avanti le Olimpiadi 2026. «Non sappiamo quanto durerà la crisi che stiamo vivendo, quindi il rischio di perdere il treno olimpico è sempre più concreto» dice ancora Zatta.

«Al momento servono misure concrete per tamponare almeno in parte le difficoltà delle imprese. Diventa fondamentale posticipare la scadenza del 30 giugno come data entro la quale realizzare almeno il 30% dei lavori del Superbonus 110%» commenta il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso. «L’impossibilità di trovare i materiali impone una scelta di questo genere, che ponga nuove date certe da subito, in modo da permettere agli imprenditori di organizzarsi con un orizzonte temporale sicuro. Sul fronte investimenti in beni strumentali, sarebbe utile concedere ancora qualche anno di vita agli incentivi per l’acquisto di beni durevoli “ordinari”, non necessariamente legati a Industria 4.0. Questo credito d’imposta, attualmente in scadenza quest’anno e nato sulle ceneri del super ammortamento, è stata una delle misure più apprezzate ed utilizzate dalle imprese, anche di piccole dimensioni».

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