Confartigianato si schiera al fianco delle imprese del settore benessere. Non potendo scendere nelle piazze per evitare gli assembramenti, sceglie una forma di protesta virtuale e lancia la campagna social #Dateciunfuturo. Un sostegno concreto e a colpi di hashtag, post e immagini, per non far sentire sole le categorie benessere e acconciatori in una fase storica così complicata. Va ricordato, infatti, che l’attività di questi settori non potrà ripartire prima di giugno: «Ci negate il futuro. Se non c’è fiducia, prendetevi le nostre imprese».
Da qui, la proposta del direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso: «L’invito è di scattarsi una foto davanti al negozio, con tanto di locandina affissa sulla vetrina. La stessa foto andrà poi pubblicata sui social, accompagnata dall’hashtag #Dateciunfuturo». In questo senso, è stata inviata una mail ai vari soci delle due categorie per promuovere l’iniziativa. «È importante poi condividere il materiale informativo nei vari strumenti di comunicazione – riprende Basso -. E promuovere la campagna social nelle redazioni locali. Una campagna che vuole essere da stimolo per i decisori politici e sensibilizzarli rispetto alla necessità di riaprire».
Sulla stessa linea di pensiero, Ivana Del Pizzol e Alessandra Feltrin, presidenti dell’acconciatura e dell’estetica di Confartigianato. «Abbiamo chiesto a colleghi e clienti – spiegano – di condividere il più possibile il banner dell’iniziativa. È una rivolta nel pieno rispetto del distanziamento sociale e delle regole di uscita da casa per continuare la pressione verso il Governo, in vista di una rapida apertura. Un ulteriore mese di chiusura non è economicamente sopportabile dalle imprese, che rischiano di dover “deporre” spazzole, forbici, limette e tutto il resto dell’attrezzatura».
Oltre al virus, infatti, c’è un altro nemico: si chiama abusivismo. «Auspichiamo che il Governo adotti strumenti normativi adeguati a tutelare il tessuto socio-economico del Paese – concludono Del Pizzol e Feltrin -. E finalizzati a una rapida ripresa in sicurezza di tutte le attività economiche, con conseguente superamento del concetto di pericolosità sulla base della classificazione Ateco». Perché, come recita lo slogan creato per l’occasione, «il benessere delle persone è il benessere delle imprese».