Dolomiti in rosa: «La tappa sulle Tre Cime? Mi farò il segno della croce»

Dolomiti in rosa: «La tappa sulle Tre Cime? Mi farò il segno della croce»

Tre tappe. Una fiera. Un gelato. E un parterre con ospiti d’eccezione. Mondi apparentemente lontani. E invece uniti dal filo invisibile della passione, della condivisione, della volontà di fare squadra per promuovere il territorio. Ieri, infatti, si è alzato in via ufficiale il sipario sulle tre tappe venete del Giro d’Italia. Due delle quali bellunesi: la Oderzo-Palafavera di giovedì 25 maggio, e la Longarone-Tre Cime di Lavaredo di venerdì 26. 

Tutto ciò, in un contesto davvero speciale come quello di Longarone Fiere e della Mig: la Mostra internazionale del gelato artigianale. E a proposito del dolce freddo per eccellenza, è stato creato un gusto ad hoc: il “gelato rosa”, arricchito da una base di ricotta con succo di fragole e ribes, rigorosamente bellunesi. 

«È un’emozione ospitare un evento capace di catalizzare anche l’interesse della stampa estera – ha affermato il presidente della Fiera, Michele Dal Farra -. Rappresentiamo l’ultima tappa della “strada dell’oro”: Venezia, Treviso e poi noi, le Dolomiti». Parola d’ordine, sinergia: «Insieme alla Dmo – sono state le parole del presidente della Provincia, Roberto Padrin – abbiamo deciso di costituire un gruppo di lavoro con un’unica regia. Tutti gli appuntamenti collaterali saranno realizzati insieme». 

Al Giro 2023 spera di partecipare pure il neo campione italiano, Filippo Zana: «Sarebbe bellissimo essere presente e correre con la maglia tricolore. Qualora fossi al via, prima della tappa sulle Tre Cime mi farò il segno della croce: è durissima». 

Dal canto suo, invece, il “delfino di Bibione”, Franco Pellizotti è convinto che «le Dolomiti sapranno regalare spettacolo. La frazione che si concluderà in Val di Zoldo racchiude due corse in una, mentre quella che partirà da Longarone non è una tappa: è un elettrocardiogramma. Tattica? Poca, serviranno solo gambe».

Sulla stessa lunghezza di pensiero, Paolo Slongo, direttore sportivo della Trek Segafredo: «Tutto si deciderà sulle Tre Cime. Lassù non si può bluffare. E chi, dopo il traguardo, indosserà la maglia rosa, al 99,9 per cento avrà vinto il Giro d’Itala. Nessun dubbio: è la tappa regina». Fra i padiglioni fieristici non è mancato nemmeno Paolo Artuso, tecnico della Bora Hansgrohe. E dell’australiano Jay Hindley, trionfatore dell’edizione 2022: «Proveremo a ripeterci, anche se con un altro atleta. E sapendo che non sarà facile. Per essere competitivi in una corsa di tre settimane, è necessario calcolare tutto al minimo dettaglio». Ed è ciò che proverà a fare pure Andrea Pietrobon, il neo professionista cadorino: «Queste sono le “mie” salite, quelle in cui mi alleno. Le conosco tutte e sono incredibili». Al pari dell’attesa per l’evento rosa. 

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