Trento e Bolzano alla conquista del Bellunese: capitolo primo

Trento e Bolzano alla conquista del Bellunese: capitolo primo

Riceviamo e pubblichiamo la prima parte dell’ultimo saggio del professor Giovanni Campeol, già docente allo Iuav di Venezia, dal titolo “Processi d’implosione geografica e competizione territoriale in area alpina. Alpeuregio vs la Provincia di Belluno

 

 

Non vogliamo indagare la questione della storia del “Tirolo” e neppure aggiungere nuove riflessioni sull’amplissimo dibattito che si è sviluppato, anche recentemente, sulla legittimità di ricostruire il grande Tirolo a matrice tedesca. Molto più “semplicemente”, vogliamo riflettere sulla competizione territoriale che un’implosione geografica interstatale nata in seno all’Europa come Alpeuregio, sviluppa nei confronti dei territori contermini. 

Cenni storici

Nel 1995 viene costituita Alpeuregio quale aggregazione geografica tra le province di Trento, Bolzano e Land del Tirolo con obiettivi dichiarati culturali, ma in realtà per sviluppare soprattutto interessi economici e strategie geopolitiche.

Alpeuregio, grazie alla debolezza dello Stato italiano, alla disattenzione della Regione Veneto (soprattutto negli ultimi tempi) e alla connivenza dell’Unione europea, si è andata costituendo come uno Stato negli Stati (tra Italia e Austria), adottando anche opportune strategie di “politica estera” nell’arco alpino che si sono particolarmente evidenziate con la recente nascita della macroregione europea denominata Eusalp.

Tale modalità “politica” trova forza anche nell’autonomia speciale che le due provincie di Trento e Bolzano sono riuscite ad avere dopo la fine della seconda guerra mondiale. Autonomia oggi superata per effetto dell’art. 59 della “Convenzione sul diritto dei Trattati” (stipulata a Vienna il 23 maggio 1969, ratificata dall’Italia con la legge 112/1974, entrata in vigore il 27 gennaio 1980) la quale stabilisce che «[…] un trattato è considerato estinto quando tutte le parti di questo trattato concludono successivamente un trattato avente per oggetto la stessa materia, se risulta dal trattato posteriore o per altra via che secondo l’intenzione delle parti la materia deve essere disciplinata dal trattato medesimo […]». Poiché sia l’Italia che l’Austria fanno parte dell’Ue, secondo il Trattato di Roma del 25 marzo 1957, l’Accordo De Gasperi-Gruber ha cessato di vigere ai sensi e per effetto dell’art. 59 del “Trattato dei Trattati”, in quanto ambedue le parti contraenti hanno sottoscritto la “Quietanza liberatoria” del 1992.

Dalla fine della guerra, grazie all’autonomia speciale concessa alle provincie di Trento e Bolzano (unite in una scatola vuota quale la Regione Trentino-Alto Adige), esse hanno inconfutabilmente generato una forte concorrenza territoriale con particolare attenzione a quella trasportistica nei confronti soprattutto della provincia di Belluno, adottando precise azioni di natura socioeconomica e culturale nei confronti di questo territorio.

Alpeuregio 

Come detto, nel 1995, per volontà delle Provincie autonome di Trento e Bolzano e del Land del Tirolo, venne costituita la macroregione alpina Alpeuregio.

«[…] la rappresentanza comune nasce da una forte volontà di collaborazione tra il Land Tirolo, la Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige e la Provincia Autonoma di Trento, al fine di unire gli sforzi e presentarsi in maniera unitaria sulla scena europea. Pertanto, la missione è quella di coordinare gli sforzi per presentare in maniera organica, attraverso il dialogo con le istituzioni e gli attori europei, gli interessi delle tre regioni (e più in generale del territorio alpino), nonché della popolazione e degli stakeholder che lo animano.

La rappresentanza è altresì impegnata nella promozione e nella diffusione delle best practices del suo territorio e nella creazione di spazi di confronto e di dialogo con altre regioni europee. La rappresentanza coordina la sua attività con l’Euregio, ossia il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (Gect) costituito tra le tre regioni, e con le priorità d’azione della Strategia europea per la Macroregione Alpina, di cui contribuisce anche a realizzarne gli obiettivi […]».

geografia di Alpeuregio

Se si analizzano con attenzione i contenuti delle attività previste da Alpeuregio, è possibile evidenziare interessanti aspetti di natura istituzionale e di competizione territoriale. Questa euroregione (come amano chiamarsi) si candida a rappresentarsi come un vero e proprio territorio leader che intende diventare interlocutore europeo anche per tutto l’arco alpino.

Si manifesta in modo chiaro la volontà di unire questi tre ambiti territoriali alpini al fine di attivare politiche comuni: «[…] la missione è quella di coordinare gli sforzi per presentare in maniera organica, attraverso il dialogo con le istituzioni e gli attori europei, gli interessi delle tre regioni (e più in generale del territorio alpino), nonché della popolazione e degli stakeholder che lo animano […]».

Oltre all’ovvia contiguità geografica, questi tre territori hanno deciso di unirsi per due motivazioni fondamentali: una storico-culturale e una di natura economica. La prima, storico-culturale, in quanto Alpeuregio non è altro che la riproposizione del Tirolo in una delle sue molteplici evoluzioni storiche innescando “provocazioni” politiche complesse che si pensavano superate dagli accordi De Gasperi-Gruber (così chiamati dai nomi degli allora ministri degli Esteri italiano e austriaco, firmati il 5 settembre 1946 a Parigi per definire la questione della tutela della minoranza linguistica tedesca del Trentino-Alto Adige nella quale, tra l’altro, si pose la necessità di mantenere aperto il valico del Brennero). La seconda, economica, in quanto Alpeuregio gode di una straordinaria opportunità strategica grazie alla presenza delle infrastrutture ferroviarie e stradali del Brennero, nelle quali l’autostrada A22 si rappresenta come il più forte “motore” economico diretto e indiretto per questa “macroregione”.

La ricostruzione del Tirolo

Alpeuregio si rappresenta come la riproposizione del “Grande Tirolo” che, per quanto storicamente abbia subito diverse trasformazioni politiche, ha comunque mantenuto una sua certa identità geografica, come evidenziato da alcune cartografie storiche.

Contea Principesca del Tirolo e Vorarlberg [Vallardi, Mailand 1827]

Geografie e cartografie di guerra: “Il Trentino. Cenni geografici, storici, economici. Con un’appendice sull’Alto Adige” di Cesare Battisti (1915)

Carta Corografica del Tirolo italiano XIX sec

Contea principesca del Tirolo e Vorarlberg Anno: 1815

Rappresentazioni cartografiche che evidenziano, pur in periodi storici diversi, una comune forma geografica ma non certo una comune identità culturale e politica, nonostante quanto attualmente professato da gruppi culturali altoatesini, o sudtirolesi, che danno solo una lettura di matrice tedesca di questo territorio. Infatti, ai fini di una lettura equilibrata delle dinamiche culturali di questa parte delle Alpi, non bisogna dimenticare che l’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria (1830-1916) durante il suo regno ordinò di agire in modo deciso contro l’influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni dell’impero austro-ungarico. Azione anti-italiana soprattutto per coloro che erano impiegati nei servizi pubblici come quelli giudiziari, nelle scuole elementari e nella stampa. Azione che l’imperatore ordinava forte e senza riguardo alcuno per una germanizzazione contro la cultura italiana, in particolare nel Tirolo del Sud e in Dalmazia. Rilevante a tal fine il saggio di Matteo Proto, in cui bene viene messo in evidenza come i territori di lingua italiana facenti parte del Tirolo fossero spinti ad unirsi all’Italia. 

«[…] Nell’ultimo quarto del XIX secolo si andava esaurendo quella fase storica che aveva portato, ad esempio in Italia, all’unificazione di un popolo frammentato in diversi paesi ma accomunato da una indiscutibile identità culturale [Gentile 2006]. Allo stesso tempo si assisteva alla necessità di definire e compattare l’elemento nazionale soprattutto in quelle regioni liminali che rappresentavano punti strategici per la sicurezza militare del paese. La questione delle terre irredente, dei confini, dell’omogeneità linguistica divenne argomento centrale delle teorie nazionalistiche espresse in forma sempre più aggressiva verso l’esterno [Cattaruzza 2007, 43-68] e sostenute da una riflessione scientifica che vedeva nella geografia e nei suoi adepti importanti interlocutori e la possibilità di teorizzare su basi scientifiche l’argomento incerto del sentimento nazionale […]» (M. Proto, Geografie e cartografie di guerra: “Il Trentino. Cenni geografici, storici, economici. Con un’appendice sull’Alto Adige” di Cesare Battisti (1915), «STORICAMENTE», 2015).

 

 

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