La Provincia di Belluno dovrà rimborsare circa un milione di euro alla Provincia autonoma di Trento per i canoni idrici incassati negli ultimi dieci anni. Il nodo riguarda cinque impianti idroelettrici situati nel comune di Rocca Pietore, al confine tra i due territori amministrativi: Cavia 1 e 2, Malga Ciapela 1 e 2 e Saviner.
Trento ha chiesto la sua quota di introiti, come previsto dagli accordi avviati con Belluno. Nel 2014 è stata fatta una legge dalla Regione Veneto (la quale incassa i canoni per poi girare integralmente a Belluno la sua quota) che ratifica l’intesa sottoscritta l’11 ottobre 2013 fra la Provincia autonoma di Trento e la stessa Regione Veneto: prevede che a seguito della sua approvazione venisse fatta la ricognizione delle derivazioni. La Regione la sta completando, e nel frattempo Trento ha rivendicato la sua parte dei canoni.
La suddivisione esatta è ancora in fase di calcolo, con valutazioni che tengono conto della localizzazione degli invasi e dei sistemi di captazione e produzione di energia. Nel frattempo, la Provincia di Belluno ha deliberato l’accantonamento di 1 milione e 140 mila euro, pari alla metà dei canoni riscossi dal 2013 per quegli impianti, grazie ad una variazione di bilancio approvata ieri (17 giugno) dal consiglio provinciale all’unanimità (assente la sola consigliera Vieceli). 499 mila euro erano già disponibili in cassa. I restanti 637 mila e spiccioli euro, invece, provengono da risorse inizialmente destinate alla copertura dei maggiori costi affrontati da Dolomiti Bus per il Trasporto Pubblico Locale, ora tornate disponibili.
Il confronto tra Belluno e Trento prosegue per chiudere la questione nel minor tempo possibile. Le istituzioni stanno lavorando su parametri precisi per garantire una suddivisione equa degli introiti idroelettrici e evitare ulteriori dispute tra i due territori.