«Che il ghiacciaio della Marmolada fosse in condizioni di salute gravissime si sapeva già da anni». Anche il ministro Federico D’Incà interviene sul disastro di domenica scorsa. «Nel 2019, l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio nazionale delle ricerche aveva dato al ghiacciaio non più di 25, 30 anni di vita. Un dato drammatico, terrificante e rimasto lettera morta. Le alte temperature (domenica si registrava sulla vetta una temperatura di 10,3 °) e la lunga siccità di questo periodo, sono la concreta rappresentazione di un cambiamento climatico sempre più veloce, che scioglie i ghiacciai rendendoli instabili e di conseguenza pericolosi. Quello che è successo nella mia terra rischia di essere solo un tragico prologo».
D’Incà invita a una riflessione: «Potrebbe accadere ancora e in altri luoghi bellissimi, mettendo in pericolo la vita di chiunque ami la montagna e di tutte quelle comunità che vivono ogni giorno quei territori. Se perdiamo anche questa occasione per aprire davvero una riflessione sui cambiamenti climatici e sulle strategie da adottare con urgenza per contrastare questi fenomeni, in futuro eventi del genere si ripeteranno con maggiore frequenza, diventando la normalità».
E conclude: «Il mio pensiero va costantemente alle vittime di questo tragico evento e alle loro famiglie. Vorrei ancora una volta ringraziare tutte le persone che da ore stanno instancabilmente impegnandosi nella ricerca dei dispersi».