Un calcio alla guerra, in gol la solidarietà. Lo sport abbatte i confini e unisce i popoli. E diventa pure veicolo di solidarietà internazionale.

Come nel caso del conflitto in corso in Ucraina, che ha portato alla fuga già oltre un milione di persone, ammassate ai confini di Polonia, Moldavia e Romania, e in viaggio verso l’Europa per scappare dalle bombe russe.

Sono già circa 300 i profughi (donne, bambini e giovani in stragrande maggioranza) arrivati in questi giorni nel Bellunese. E non si contano le iniziative di solidarietà.

Come quella, particolare, che vede protagonista il presidente della Provincia, nella sua veste di calciatore nella nazionale dei sindaci. «Assieme al collega Gabriele Riva, sindaco di Arzago d’Adda, nel Bergamasco – spiega – siamo stati contattati dal primo cittadino di Mizhhiria, cittadina ucraina della Transcarpazia, che abbiamo conosciuto in Repubblica Ceca nel 2016 agli europei dei sindaci e con il quale siamo rimasti in contatto. Il sindaco ci ha mandato una lista di cose che servono laggiù, informandoci che persone di sua fiducia sono in grado di venire a prenderle direttamente qui a Belluno».

Tra le richieste, medicinali, coperte, vestiti. E la richiesta di “prendersi cura dei nostri cari”. E poi, un’annotazione importante. Nella lettera il sindaco ucraino infatti specifica: “Siamo disposti ad organizzare il trasporto e la logistica a carico nostro. Vi saremmo grati di qualsiasi aiuto, perché il vostro sostegno salva la vita”.