Dal Cadore a Venezia a cavallo dei tronchi. Ora il mestiere dello “Zater” è Patrimonio dell’umanità

Dal Cadore a Venezia a cavallo dei tronchi. Ora il mestiere dello “Zater” è Patrimonio dell’umanità

Le prime notizie risalgono al 1492, l’anno della scoperta dell’America. Da allora, per almeno 3 secoli, hanno navigato le acque del Piave a cavallo dei tronchi che, provenienti dalle foreste del Cadore e dello Zoldano, hanno rifornito di legname il fabbisogno di Venezia, per le fondamenta dei suoi palazzi e per costruire la potente flotta della Repubblica.

Un mestiere duro, quello degli zattieri. Servivano abilità particolari per riuscire a trasportare in laguna i tronchi d’albero, legati assieme a formare delle zattere, guidate tra mille pericoli. Chi partiva al mattino non era sicuro di fare ritorno a casa la sera, tante erano le insidie che potevano presentarsi durante il viaggio. Ma un mestiere fondamentale, tanto da veder coniare il detto «Venezia poggia su un Cadore rovesciato».

Ora questo mestiere è stato riconosciuto dall’Unesco: è entrato infatti a far parte dell’elenco del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. «Un riconoscimento – commenta il governatore del Veneto, Luca Zaia – che ci rende profondamente orgogliosi per quanto la gente veneta ha dato alla sua terra e continua a dare come esempio di eccellenza nel mondo».

Un patrimonio di passione, storia e tradizione che ha il suo centro a Codissago di Longarone, dove ha sede il “museo degli zattieri”. «C’è grande soddisfazione – il commento del sindaco di Longarone, Roberto Padrin –  perché viene riconosciuta la storicità di un’attività che ha contribuito a grandissime opere, come la costruzione della città di Venezia e tanto altro del nostro Veneto. Un’attività che ancora oggi è sostenuta dalla Fameja dei zater e menadas del Piave, orgoglio del nostro Comune. È un riconoscimento che va condiviso con tutta la comunità Longarone e con coloro che da anni portano avanti la storia e la tradizione dei zater».

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