Dal ’66 a una settimana fa, passando per Vaia. «Non c’è pace per Gosaldo»

Dal ’66 a una settimana fa, passando per Vaia. «Non c’è pace per Gosaldo»

 

Dall’alluvione del ’66 a oggi, ogni ondata di maltempo sono guai. Vaia ha fatto disastri, ma una settimana fa non è andata diversamente. Tanto che l’immagine simbolo dell’ultima emergenza meteo nel Bellunese arriva proprio da Gosaldo: il ponte crollato e la camionetta dei vigili del fuoco irrimediabilmente dentro il torrente.

«Per fortuna nessuno si è fatto male, ma altrettanto per fortuna quell’immagine è girata per tv e giornali. È l’ultimo lumicino di speranza». Le parole del sindaco Stefano Da Zanche sembrano paradossali. La realtà è un’altra. Cruda e ruvida: «Qui siamo dimenticati da tutti. Abbiamo estremo bisogno che si riaccenda l’attenzione sulla montagna». 

E su Gosaldo… «Certo. Su Gosaldo. Siamo rimasti praticamente isolati per tre giorni. Ed eravamo ancora alle prese con le ferite di Vaia. Le condizioni in cui troviamo a vivere e ad amministrare sono difficilissime». Eppure, chi passasse oggi, troverebbe metro mezzo di neve, il sole e un’atmosfera da favola. Ma intanto ci sono dieci persone sfollate che non sanno se potranno tornare a casa per Natale, decine di frane e smottamenti, e lavori che dovrebbero partire a breve.

«La Regione ci ha assicurato che verrà installato un bailey in sostituzione del ponte caduto a Ren. Ma ci vuole tempo – dice Da Zanche -. Dalla Provincia, che ci è sempre stata vicina, è arrivata l’idea di realizzare intanto una pista di guado; un’iniziativa del settore Difesa del Suolo che ci permetterebbe di raggiungere la frazione e far tornare a casa le persone, in tempi più rapidi. Personalmente le contatto tutti i giorni, cerco di tenerle tranquille. Ma non è facile per gente anziana essere costretti fuori da casa».

Il sindaco sapeva benissimo che amministrare un piccolo Comune di montagna costa sacrificio. Ma dopo Vaia e le continue problematiche di spopolamento non avrebbe mai immaginato di dover affrontare un’altra emergenza maltempo. «L’ho dovuta seguire da casa: sono in quarantena per il Covid – racconta -. Quelle ore terribili di pioggia torrenziale le ho viste tra telefono, finestra e computer. Devo dire grazia a tutti quelli che hanno dato una mano durante l’evento meteo. Ancora una volta ho visto un popolo che si rimbocca le maniche e si dà da fare. Ma mi chiedo: è giusto che siamo solo noi a impegnarci, se quelli che governano, a Roma, si dimenticano di Gosaldo e della montagna? Noi ci troviamo con strade in condizioni precarie, ben prima del maltempo: la 347 che ci collega con il Primiero ogni giorno è usata dalle corriere che portano i lavoratori in Luxottica, eppure è messa male. L’altro giorno ho dovuto chiudere diverse comunali che portano alle frazioni. E ancora non è possibile fare la conta dei danni».

Sì, perché c’è la neve che ricopre tutto, adesso. Quasi una beffa. La pioggia ha distrutto Gosaldo, ha sfollato persone e tenuto un intero paese con il fiato sospeso. Qualche ora dopo è arrivata la neve con la sua bella coperta bianca. «Il geologo non è riuscito ad analizzare tutte le frane che abbiamo – chiude il sindaco -. Ne riparleremo a primavera. E saranno ancora guai seri».

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto