Il gigante e la bambina… capricciosa: la leggenda di Sorapis e Misurina

Il gigante e la bambina… capricciosa: la leggenda di Sorapis e Misurina

 

Oggi la curiosità ci porta a scoprire una delle leggende forse più amate.

In un’epoca non ben specificata, viveva fra i monti delle Dolomiti, sul Sorapis, un gigante. Buono di indole, la vita lo aveva messo a dura prova: era rimasto vedovo nel suo regno. E solo con una bambina piuttosto capricciosa: Misurina.

Il padre cercava di essere accondiscendente, anche se Misurina ne combinava di tutti i colori. Faceva dispetti a tutti coloro che frequentavano il regno.

Infastiditi non poco, invitavano il povero padre a dare delle regole alla piccola peste. Lui però la giustificava sempre.

Un giorno Misurina venne a conoscenza, che la fata del monte Cristallo possedeva uno specchio che amava chiamare “Tuttosò”. Questo specchio era magico: leggeva il pensiero delle persone.

Misurina fece così tanti capricci, che il padre, per sfinimento, andò dalla fata per comprare lo specchio.

Il gigante camminò a lungo e, una volta giunto davanti alla fata, si rese conto che il prezzo da pagare per lo specchio “Tuttosò” era davvero alto. Non un prezzo in denaro, ma in termini di sacrificio. Lo specchio sarebbe diventato di Misurina se il padre si fosse trasformato in una montagna.

E un motivo c’era.

La fata aveva uno splendido giardino, pieno di fiori di ogni specie. Ma il sole caldo dell’estate li faceva appassire: l’ombra del monte Sorapis li avrebbe sicuramente salvati.

Al padre venne un nodo in gola: sperava che la sua Misurina rinunciasse a questo capriccio. E invece la figlia esclamò: «Ohhhhhh, che bello! Papà, diventerai una montagna! Quante capriole potrei fare lungo i tuoi pendii e riposarmi all’ombra dei tuoi alberi». 

Sorapis si stava già trasformando in qualcosa di enorme: si gonfiava prepotentemente.

I suoi capelli stavano diventando alberi. Le rughe del volto? Crepacci e burroni.

Finalmente Misurina distolse un attimo lo sguardo: davanti a se non vide più il padre, ma un’enorme montagna.

Sorapis, con gli occhi ancora aperti, pianse. Pianse talmente tanto da formare con le sue lacrime un lago bellissimo. 

A quel punto, la bambina inciampò tra le rocce del Sorapis, lo specchiò cadde e si frantumò in mille pezzi creando meravigliosi riflessi colorati nelle acque di questo lago.

Si dice che ancora oggi nelle notti di luna piena, il viso di Sorapis si specchia nelle acque del lago.

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