Coronavirus, a picco il prezzo di carne e latte

Coronavirus, a picco il prezzo di carne e latte

Sarà una lunga quarantena. Anche per gli allevatori. D’altra parte, la chiusura di ristoranti, pizzerie, bar e ogni altra attività ristorativa non permette più di collocare carne e latte. E i prezzi crollano. In questi giorni si spuntano a malapena 2 euro al chilo per la carne da vacche da latte, 35-36 centesimi per un litro di latte. Ma non è solo una questione di mancata domanda. C’è chi in questa situazione ci specula. Lo denuncia Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno. “La filiera è completamente ferma ed il settore primario, l’anello più debole della catena, ne subisce le conseguenze. Nel settore della vendita della carne delle vacche da latte stiamo subendo ribassi anche di 50 centesimi al chilo. Vuol dire che per una bestia di 300 chili prendiamo sì e no 700 euro. Una miseria. È un ribasso che non è giustificabile e che si spiega solo con le speculazioni di chi cerca di guadagnare a danno delle aziende agricole. La stessa cosa sta accadendo con il latte, il cui prezzo è precipitato nel giro di due settimane di tre centesimi. Come Confagricoltura segnaleremo alle autorità competenti tutti gli episodi di ribassi ingiustificati”.

 

CONSUMIAMO LOCALE

Come reagire? Acquistando prodotti locali. “Noi non diremo mai agli allevatori di produrre meno latte – spiega Donazzolo – perché riteniamo che la scelta potrebbe rivelarsi, alla lunga, controproducente. Vogliamo invece dire a tutti di consumare i nostri formaggi, la nostra carne, i nostri salumi. La migliore cosa, per noi agricoltori, è di produrre per noi, per la nostra provincia, per il nostro Paese, garantendo così il rispetto delle regole sulla tracciabilità e sulla sicurezza alimentare, in cui siamo maestri”.

 

SI PENSA ALLA CONSEGNA A DOMICILIO

Già, ma le direttive sono di uscire di casa il meno possibile. Quindi? “Vorremmo andare incontro alle fasce della popolazione più deboli, come gli anziani e chi è malato, organizzando un servizio di consegna a domicilio di carne, prodotti lattiero caseari, salumi e altri prodotti locali. Ci stiamo pensando alla cooperativa Valcarne, di cui sono responsabile, che ha tre punti vendita a Feltre, Busche e Santa Giustina, ma su questo ci stiamo confrontando anche con Lattebusche e La Fiorita: potremmo raccogliere gli ordini e poi, un paio di volte alla settimana, provvedere alla consegna. È un servizio che nasce in un momento di emergenza, ma che potrebbe rimanere anche in seguito”.

 

LA SICUREZZA, INNANZITUTTO

Secondo Donazzolo la priorità resta comunque garantire la salute ai dipendenti: “ Ci sono aziende che hanno i lavoratori in quarantena, tante altre che ci chiedono come comportarsi. A tutte abbiamo ribadito le linee guida governative: rispettare le distanze di sicurezza, lavare le mani molto spesso e utilizzare guanti e mascherine nei casi consigliati, sanificare gli ambienti di lavoro e gli spazi comuni, evitare se possibile le riunioni e ridurre gli spostamenti. I lavoratori con sintomi influenzali devono informare subito l’azienda. Speriamo che, osservando tutti le regole, si riesca a uscire al più presto dall’emergenza, attuando poi le misure necessarie per far ripartire il settore. Non tutta l’agricoltura è in difficoltà: ci saranno comparti che andranno sostenuti e sarà compito delle organizzazioni categoria segnalare dove ci sono stati danni, quantificarli e chiedere risorse, evitando sprechi in settori dove i danni non ci sono stati”.

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