Covid, l’83% dei positivi ha la variante Omicron

Covid, l’83% dei positivi ha la variante Omicron

Chi non si vaccina rischia di ammalarsi di covid – 19 cinque volte di più degli immunizzati con la terza dose. Nulla di nuovo, si dirà, l’efficacia della dose “booster” nel combattere l’infezione è ormai acclarata. Ma arrivano nuove conferme dai dati diffusi dalla direttrice generale dell’Ulss 1 , Maria Grazia Carraro. Nella prima settimana di gennaio il tasso di nuovi positivi tra i vaccinati con tre dosi è di 4,5 casi ogni 100mila abitanti. Meno, molto meno di quanto accade ai non vaccinati, dove il tasso sale a 25 nuovi casi ogni 100mila.

Una raccomandazione, quella di vaccinarsi al più presto, ancora più valida dal momento che ormai anche a Belluno la variante Omicron ha ormai soppiantato la Delta e rappresenta l’83% dei casi. L’ultimo dato sui sequenziamenti, risalente al 4 gennaio scorso, indica che su 24 tamponi positivi, 20 presentano la variante sudafricana. Che, come si sa, è altamente contagiosa. Lo dimostra l’abnorme numero di positivi: sono 7.169 i bellunesi attualmente infetti, 704 quelli venuti alla luce nelle ultime 24 ore.

«Dalla fine di dicembre l’escalation è stata poderosa – commenta Carraro – non abbiamo mai avuto tanti positivi come in questo momento». Una crescita che per fortuna non si riflette negli ospedali. A fronte di così tanti casi positivi, i ricoveri sono molti meno dell’anno scorso. Il 14 gennaio 2021, ad esempio, c’erano più di 100 ricoverati in area non critica, mentre oggi sono 41 (ma 5 di questi sono entrati in ospedale per altre patologie e sono stati scoperti positivi al triage). Ci sono poi 6 pazienti in terapia intensiva e 12 nell’ospedale di comunità di Feltre.

«Per adesso la situazione è sotto controllo – ragiona il dg – e quindi siamo in grado di garantire le prestazioni ospedaliere e distrettuali. Ma il sistema è in sofferenza e se dovessero continuare ad aumentare i casi il rischio è di dover rimodulare l’operatività ospedaliera».

Un fronte aperto è quelle delle scuole. «Ieri (13 gennaio) è stata una giornata difficile – ammette Carraro – perché abbiamo dovuto prendere in carico 33 classi. E siamo solo ai primi giorni di rientro dopo le vacanze natalizie». I numeri parlano di 73 classi globalmente in carico al team scuola dell’Ulss 1, delle quali 23 in quarantena e 36 in automonitoraggio. «C’è particolare attenzione su questo – spiega la direttrice generale dell’azienda ospedaliera – perché sono le classi di età con più bassa copertura vaccinale. Se questo trend proseguirà, per molte classi sarà inevitabile finire in DAD. Per questo lancio un appello ai più giovani: vaccinatevi, e in fretta».

La campagna vaccinale e la variante Omicron cambiano anche l’identikit di chi si trova costretto a ricorrere alle cure ospedaliere, come spiega Stefano Calabro, primario di Pneumologia a Feltre: «Su 17 ricoverati nel mio reparto, il 60 non è vaccinato e il 40% è grave, ovvero necessita di ossigeno. E anche l’età media è diversa: 80 anni per i vaccinati (spesso con sole due dosi), 70 per i non vaccinati».

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