Covid, il focolaio feltrino alimenta la ripartenza del virus

Covid, il focolaio feltrino alimenta la ripartenza del virus

Una volta, lo scorso autunno, fu il Comelico. Oggi, invece, è il Feltrino la sorgente che alimenta il ritorno di covid – 19. Alla base, in entrambi i casi, la grande mobilità di residenti e turisti al termine di un periodo da “chiusi in casa” e comportamenti personali non proprio irreprensibili sul fronte delle regole anticontagio. In più, questa volta, aggiungiamoci l’arrivo nel Bellunese della variante Delta, particolarmente contagiosa.

Risultato, dopo un mese di giugno con il virus “dormiente”, i contagi sono ripartiti. Lo dimostrano i numeri del bollettino settimanale elaborato e diffuso dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti.

«Negli ultimi 7 giorni – si legge nella nota – sono stati rilevati in Ulss Dolomiti 28 nuovi casi covid». Significa un’incidenza settimanale di nuovi casi di 14 per centomila abitanti. Un dato di poco superiore alla media nazionale, che è di 13. Poco male, si dirà. Ma la scorsa settimana era 10,5 e 15 giorni fa addirittura 1,5. La crescita dei casi, quindi, è evidente. E deriva in gran parte dal focolaio scoppiato a fine giugno nel Feltrino, a causa di una serie di eventi concomitanti che hanno fatto entrare in contatto un gran numero di giovani.

Nelle ultime 48 ore, segnala l’Ulss 1, sono venuti infatti alla luce ulteriori 8 casi, tutti riferiti alla parte bassa della provincia. Un dato fotografato nella mappa diffusa dall’azienda sanitaria, che indica i Comuni dove negli ultimi 7 giorni si sono registrati nuovi casi. La provincia, da Limana in su è completamente bianca, senza casi. Che colorano invece delle diverse tonalità di blu i territori di Quero – Vas (dove l’incidenza è tra 101 e 200 nuovi casi ogni 100mila abitanti), Lamon, Pedavena, Feltre e San Gregorio (incidenza di oltre 50); Arsié, Alano, Borgo Valbelluna, Cesiomaggiore e Sedico (incidenza tra 1 e 50).

La buona notizia è che questo aumento di casi finora non coincide con nuovi ricoveri in ospedale. Ma la situazione andrà monitorata con attenzione, perché le fasce di età a più alta mobilità estiva (giovani e giovanissimi) sono anche quelle con la più bassa copertura vaccinale. Condizione ideale per favorire la circolazione del virus.

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