“Le Comunità Energetiche Rinnovabili. Un’opportunità per il territorio bellunese”. Il titolo del convegno tenutosi venerdì a Longarone è quanto mai eloquente. Lo ha organizzato il Consorzio Bim Piave, in collaborazione con Centro Studi Bellunese, Rse e Bim Infrastrutture. Obiettivo, iniziare a spiegare al territorio bellunese, in particolare agli enti locali e alle attività produttive, quelle che potranno essere le prospettive legate al mondo delle comunità energetiche rinnovabili. Particolarmente partecipato, il convegno contava tra il pubblico numerosi sindaci, i rappresentanti delle associazioni di categoria e i professionisti. «Una sfida importante – ha sottolineato il presidente del Consorzio, Marco Staunovo Polacco – che inizierà in maniera concreta in autunno e che avrà delle ricadute importantissime all’interno del territorio sia sociali sia economiche. Credo che l’aspetto sociale, evidenziato da più parti, sia quello che porterà il maggiore coinvolgimento della popolazione».
A moderare l’incontro Fabio Armanasco, responsabile del progetto “L’utente al centro della transizione energetica” in Rse – Ricerca sul Sistema Energetico. «L’evento di oggi è un evento decisamente importante per il territorio bellunese. È stato un incontro voluto da Bim Piave che ha coordinato appunto questa iniziativa. Una realtà con la quale stiamo collaborando proprio per dare il via a un processo di transizione che riguarderà questi territori nel promuovere la costituzione di una serie di comunità energetiche rinnovabili. C’è molta attenzione da parte di questi territori e c’è molto potenziale. Chiaramente le comunità energetiche rinnovabili sono uno degli strumenti più adatti a compiere il percorso di transizione, non solo energetica ma anche ecologica. È un patrimonio territoriale davvero ricco che può essere sfruttato nella sua completezza e dar vita a comunità energetiche rinnovabili che godano di un mix tecnologico molto diversificato. Che potrà quindi dare origine a dei modelli virtuosi che godranno anche di una forte replicabilità sui territori».